Le donne della chimica negli anni 1900-1920
Il diciannovesimo secolo ha registrato una crescita di interesse nei confronti della scienza da parte delle donne: verso la fine del secolo divenne sempre più possibile per loro ottenere un'educazione scientifica formale. Durante il periodo 1880-1910 vi furono dei campi e degli incarichi specifici che potevano essere identificati come "lavoro delle donne" in ambito scientifico. Si tratta per lo più di "aree marginali", dove i ricercatori erano donne in quantità elevata, così fu per la scienza atomica, la biochimica e la cristallografia.
Il fatto è che dalla fine del diciannovesimo secolo la chimica era diventata una scienza stabilizzata ed aveva acquisito strutture formali che, come nelle altre scienze, servirono ad escludere le donne. Tra queste vi erano la Società Chimica di Londra, fondata nel 1841, e la Società Chimica Americana, fondata nel 1876. In Gran Bretagna la battaglia per l'ammissione delle donne chimiche nella Società cominciò nel 1880 e fu una battaglia aspra, con molti oppositori.
Il chimico Henry Armstrong così riassumeva il pensiero di molti:
"La storia prova che al sesso femminile è mancata la forza della creatività e dell'immaginazione... E deve essere così. Durante l'intero periodo della sua esistenza la donna è stata schiava dell'uomo; e se la teoria dell'evoluzione è in qualche modo corretta non ci sono ragioni per supporre, immagino, che lei recupererà queste incapacità mentali che sono provate su di lei da un tempo che noi, per motivi pratici, possiamo ritenere ragionevole (da quando abbiamo memoria)."
Nella stessa epoca però emersero anche voci a favore dei diritti delle donne, ad esempio l'editore di Nature sottolineava:
"Non può essere negato che le donne hanno dato il loro serio contributo alla costruzione di concetti base: in rapporto al loro numero hanno dimostrato di essere tra le ricercatrici più attive e di successo. La società consente di pubblicare i loro lavori e questo dà loro credito. E poi perché mai chi non ha fatto né mai farà notizia per un lavoro originale nella sua vita dovrebbe essere preferito alle donne semplicemente perché veste in maniera diversa e può farsi crescere un paio di baffi?"
Mentre gli uomini discutevano, le donne si occupavano di chimica in misura sempre crescente e sebbene poche abbiano ottenuto premi o riconoscimenti ( Allene R. Jeanes, Sarah Ratner) o rivestito incarichi istituzionali (Gertrud Woker, Icie Macy Hoobler), l'utilità e la qualità delle loro scoperte furono di inestimabile importanza nel campo della ricerca chimica. Ricordiamo a tal proposito anche il contributo dato alla scoperta della tecnica cromatografica da Erika Cremer e da Marie S. Schraiber. Presentiamo anche le loro figure attraverso delle interviste impossibili con studentesse dei nostri giorni.