Icie Macy Hoobler
( 1892 - 1984 )
-Presentiamo ora una studentessa della nostra precedente ospite, Icie Macy Hoobler.
- Salve Icie, naturalmente vorremmo che lei ci raccontasse della sua carriera e della collaborazione con la Morgan
- Sono nata in una fattoria del Missouri e la mia formazione scolastica è avvenuta dapprima presso un'Accademia femminile ed in seguito presso il Collegio Randolph-Macon. Lì ho incontrato Mary Sherrill che mi ha incoraggiata a proseguire gli studi all'Università di Chicago. Jules Stieglitz, mio supervisore, mi ha spinto a frequentare l'Università ma, ritenendo che avessi prima bisogno di fare esperienza come insegnante, mi procurò un lavoro come assistente di laboratorio in una Università del Colorado. Qui mi sono interessata alla chimica fisiologica e mi sono preparata ad andare a Yale a studiare con Lafayette Mendel. Dato che le donne non erano abilitate ad insegnare nei laboratori, venivano sostenute con borse di studio come assistenti-ricercatore; contributo che le aiutava parecchio nella vita accademica.
- Un progetto statale, infatti, è stato forse il suo primo approccio con la chimica nutrizionale.
- Sì, certo. Nel 1918 venni assegnata ad un importante progetto statale sulla chimica nutrizionale, si chiamava "La possibile tossicità ed il valore nutritivo dei semi di cotone"; i semi di cotone infatti avevano sostituito i grani di farina durante la guerra. Potei così osservare che le malattie negli animali alimentati con i semi di cotone non erano dovute né alla denutrizione né alla carenza vitaminica ma al gossipolo, un veleno presente nei semi.
- Saremmo curiose di sapere qualche cosa di più della sua collaborazione con Lafayette Mendel-
- Nella mia carriera la presenza di Lafayette Mendel è stata fondamentale in quanto mi ha incoraggiata a lavorare sulla chimica relativa alle scienze della salute e poiché era convinto che questi fossero campi in cui le scienziate potessero dare molto. Mi spinse ad occuparmi delle analisi del latte umano e a studiare la nutrizione della madre e dei bambini, un progetto che si tramutò poi nell'oggetto principale delle mie impegnative ricerche. Ebbi per questo un primo ruolo all'ospedale della Pennsylvania, dove lavoravo ad analisi di feti riguardanti il calcio ed il magnesio e studiavo la composizione relativa del sangue delle madri e dei loro bambini appena nati. In seguito, dopo aver passato qualche tempo all'Università della California con Agnes Fay Morgan, nel 1923 andai alla scuola Merrill-Palmer per madri e bambini a Detroit e quindi nel laboratorio infantile dello stato del Michigan, dove rimasi fino al mio ritiro, avvenuto nel 1954.
- Si è mossa parecchio attraverso gli States!
- Sì, e ho avuto la fortuna di essere una delle prime donne negli Stati Uniti ad essere direttore di un laboratorio di ricerca. Con il mio gruppo, al quale hanno lavorato fino a sessanta scienziati, ho determinato la composizione del latte umano e la variabilità della sua composizione e delle richieste nutrizionali, sia della madre in attesa sia della madre che allatta, sia dei lattanti sia dei bambini svezzati. Abbiamo dimostrato che la malnutrizione nelle donne persino prima della gravidanza ha un grande effetto sulla salute dei nascituri e che queste calorie "mancate" sono un fattore di crescita nei bambini. Altre ricerche hanno poi riguardato la vitamina D e l'irraggiamento del latte, gli amminoacidi nei cibi e la standardizzazione delle vitamine A e C, la composizione delle cellule del sangue, lo sviluppo delle ossa, l'effetto dello iodio sul metabolismo del calcio e infine studi gastrointestinali in genere.
- A questo punto è lecito pensare che le sue ricerche abbiano influenzato, positivamente, la dieta delle donne e dei bambini d'America e non solo il campo della biochimica nutrizionale.
- E' vero, del resto ho poi ampliato la mia attività nelle organizzazioni professionali, in un campo ancora a netta prevalenza maschile. In questo ambito credo di essere stata una pioniera, ero convinta della necessità per le donne di raggiungere dei ruoli istituzionali: sono stata la prima donna ad insediarsi alla divisione della Società Chimica Americana (ACS) e alla sezione locale di Detroit di questa società; ho partecipato attivamente anche all'organizzazione della commissione delle donne della ACS, stabilendo un premio di riconoscimento per le donne scienziato, conosciuto come Garvan Medal, che ebbi l'onore io stessa di ricevere nel 1946.