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Marjory Stephenson
( 1885 - 1948 )






- Viene invece dall'Inghilterra la nostra nuova ospite, Marjory Stephenson, considerata la principale autorità nel campo del metabolismo batterico. Una considerazione che lei stessa ora ci confermerà.

- Certamente, con molto piacere. Vi dico subito che l'argomento che più mi interessava erano i sistemi viventi e per studiarli, data la loro complessità, ho cercato di attuare dei collegamenti tra parecchie discipline scientifiche. Del resto studiare mi è sempre piaciuto: ho frequentato il Newnham College dal 1903 al 1906 ed in seguito sono stata premiata con una borsa di studio dal Memorial Beit per una ricerca nel campo della medicina. Sebbene fossi una biochimica di formazione, venni incoraggiata da E.G. Hopkins, a cui devo molto, ad intraprendere degli studi sui batteri.

- La guerra per lei è stata un ostacolo o un'occasione di carriera?

- Per la verità la mia carriera è stata interrotta per quattro anni durante la prima guerra mondiale, quando ho deciso di collaborare a mio modo allo sforzo bellico e ho lavorato per la Croce Rossa britannica prima in Francia e poi a Salonicco, in Grecia. In seguito però, durante gli anni Venti, la mia ricerca si è concentrata sul metabolismo batterico e nel 1929, dopo aver ricevuto una serie di borse di studio annuali, venni impiegata in modo permanente all'interno del gruppo di ricercatori del Medical Research Council.

- Non le sono mancati i riconoscimenti ufficiali, del resto.

- Devo riconoscerlo, ebbi l'onore di essere la prima ricercatrice in scienze biologiche ad essere eletta membro della Royal Society, nel 1945, mentre ero già presidente della Società di Microbiologia Generale.

- Anche il suo trattato ha avuto molto successo ed ancora oggi è considerato un testo fondamentale della biochimica.

- Sì, si intitola Bacterial Metabolism ed è stato pubblicato nel 1930. Ricordo anche la prefazione, nella quale già allora sostenevo che: "il metabolismo batterico è ora uno studio così ampio che non è più opportuno che sia affrontato in tutti i suoi rami da una sola persona".

- Ci può raccontare le sue ricerche in questo ambito?

- Dapprima mi sono interessata agli enzimi e a come i batteri si adattino ai cambiamenti nel loro ambiente. In seguito ho separato la deidrogenasi lattica dall'E.coli e dal gonococco. Questo è un enzima chiave che gioca un ruolo fondamentale nel metabolismo dei carboidrati ed è usato nella medicina clinica come indice di distruzione e di infiammazione dei tessuti. Vi dirò che una svolta nei miei studi fu provocata da un fatto in qualche modo accidentale: ogni estate nel fiume Ouse, che scorreva vicino ai nostri laboratori, si sviluppavano dei miasmi terribili, così cercai di individuarne la causa e finalmente nel 1929 scoprimmo il responsabile: era un nuovo enzima, l'idrogenasi, che trasformava lo ione solfato presente nel fiume in acido solfidrico. Ho studiato poi le caratteristiche e le proprietà dell'enzima idrogenasi, un enzima batterico che attiva la molecola dell'idrogeno, e dell' idrogenolisi, un enzima batterico che libera, invece, la molecola dell'idrogeno.

- Dobbiamo riconoscere che l'enzimologia degli anni Trenta era ancora una scienza piuttosto grezza, ma gli sforzi congiunti delle sue prime ricerche illuminarono i punti chiave che hanno poi portato al concetto di ciclo, come quello di Cori. La ringraziamo anche per questo.



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