LA PREPARAZIONE ALLA SEMINA
Questa
è una fase preparatoria importante e considerando che
il nostro lavoro è indirizzato verso la produzione di
piante in vaso, dobbiamo tener presente che la pianta non avrà
altri elementi nutritivi se non quelli che riuscirà a
trovare nel vaso; chi possiede un giardino, preferisce spesso
preparare il proprio terriccio da sè in modo da utilizzare
le foglie secche, altro materiale organico ed il terreno di risulta
da altre lavorazioni. Chi inizia una coltivazione in vaso, invece,
deve procurarsi un buon terriccio, eventualmente già concimato,
di medio impasto. In commercio esistono sacchi di varia misura
di varia composizione e bilanciamento, eventualmente già
pronti per tipi di colture specifiche. I terricci più
apprezzati sono quelli preparati con fogliame di quercia, faggio,
platano e castagno.
E' bene non utilizzare lo stesso terriccio
per più di 2-3 anni a meno di non lasciarlo riposare,
rimescolandolo di tanto in tanto ed aggiungendoci materiale organico
vegetale ed animale (letame di stalla, pollaio, farina d'ossa
ecc.).
Utilizzando terriccio già preparato
e concimato è ovvio che non accorreranno altre operazioni
di concimazioni almeno fino alla raccolta dei primi frutti.
La preparazione dei vasi destinati alla
coltivazione delle nostre piante deve esser fatta scegliendo
vasi di grandezza opportuna (proporzionale alle dimensioni che
la pianta raggiungerà da adulta), per questo esperimento
abbiamo scelto vasi da 28-34 cm di diametro e profondi 30-40
cm.
Sul fondo si sistema della ghiaia, in
modo da evitare pericolosi ristagni d'acqua, quindi il vaso va
riempito con il terriccio scelto. E' opportuno anche lasciar
riposare il terreno, innaffiandolo senza pressarlo, in modo che
si assesti in maniera naturale, mantenendo la sua porosità.
E' consigliabile non
seminare direttamente nei vasi in cui la pianta dovrà
accrescersi, ma piuttosto utilizzare dei vasi a ciotola larghi
35-40 cm ed alti circa 20, in modo da utilizzarli come semenzai,
attendere lo sviluppo del seme ed allo spuntare delle prime 4
-8 foglie si potrà procedere al trapianto nel vaso finale.
In questa fase il vaso andrà protetto e lasciato in zona
soleggiata ma riparata; se le condizioni sono particolarmente
avverse si potrà ricoprire il vaso con un foglio di plastica
trasparente, avendo cura di praticare dei piccoli fori nel foglio
stesso. In commercio si trovano anche dei piccoli vasi di torba,
che consentono lo sviluppo della singola piantina, lo stesso
vaso contenente la pianta andrà introdotto direttamente
nel terreno, la torba che compone il vaso si andrà via
via disgregando, lasciando libera la piantina di svilupparsi.
Le colture orticole da noi prescelte
(per motivi pratici) sono state seminate tutte contemporaneamente
e cioè, come già detto, nella prima decade di marzo,
le ciotole come quella mostrata nella foto sopra, sono state
sistemate in una serra semiaperta, quindi non riscaldata artificialmente
e con ampie vetrate rimosse; se non si dispone di luogo sufficientemente
protetto, sarà meglio non anticipare i tempi di semina
a meno di non effettuare la semina al chiuso o sottovetro.
Per ogni coltura verrà comunque
riportata, la data migliore per l'effettuazione della semina,
con gli opportuni consigli per una buona riuscita.
Le temperature di germinazione vanno
dai 5-7° degli ortaggi resistenti come le lattughe, ai 10/13
delle zucchine, ai 18° per le melanzane e ai 21° dei
cetrioli; per ottenere queste temperature ed avere una corretta
germogliazione dei semi occorre aspettare il mese adatto, oppure
ricorre ad ambienti protetti.
Per evitare brutte sorprese
si è ricorso ad una prova:
Prima di effettuare la semina vera e
propria abbiamo preso una ventina di semi dalla busta e li abbiamo
distribuiti in un piccolo contenitore, contenente torba e terriccio
per la semina inumidendo il tutto periodicamente.
Abbiamo atteso i giorni dichiarati dal
produttore e scritti sulla busta e quindi abbiamo contato il
numero di semi germogliati; nel nostro caso, per le varietà
descritte, abbiamo ottenuto germinazione in percentuali variabili
dall'80 al 95%, quindi molto soddisfacenti. Questa semplice prova
di germinazione può servire ad evitare spesso cocenti
delusioni. Un'ultimo avvertimento: una volta che le piantine
sono nate e si sono acclimatate, evitare di spostarle in altro
luogo potrebbe risultare fatale!
Le piantine nate in
semenzaio vanno trapiantate dal letto di semina a dimora permanente
non appena sono alte circa una decina di centimetri e comunque
non prima che abbiano fusti eretti e foglie espanse, le piantine
vanno estratte delicatamente, servendosi di un bastoncino piatto
per non strappare il delicato apparato radicale e quindi trapiantate
a dimora utilizzando un cavicchio per praticare, nel vaso di
destinazione, un foro sufficientemente grande. Il terreno va
subito bagnato per far assestare le giovani piantine; la stessa
operazione va ripetuta ogni sera, fin quando non si saranno ambientate.
Noi abbiamo fatto delle prove pratiche ed in vasi da 38-42 cm
di diametro abbiamo inserito 2, 3 piantine senza notare alcuna
differenza di accrescimento rispetto al vaso con piantina singola;
evidentemente il terreno ben bilanciato e ricco di sostanze nutritive
ha consentito lo sviluppo di tutte le piante trapiantate in esso.
Più in generale ci sentiamo di dire che per piante che
diventano abbastanza grandi (pomodori, zucchini) non si dovrebbero
trapiantare più di due piante per vaso da 40 cm di diametro.
L'irrigazione, come si può immaginare,
riveste enorme importanza, soprattutto nel nostro caso in cui
adoperiamo un allevamento di piante orticole in vaso; piante
come le zucchine ed i pomodori, sono grandi consumatori d'acqua
e mostrano segni di carenza idrica se non ricevono umidità
a sufficienza. Inoltre la mancanza d'acqua può provocare
una scarsa produzione di fiori e una spaccatura dei frutti durante
la maturazione.
Trattandosi di colture in vaso, possiamo
vedere immediatamente che se diamo molta acqua essa tenderà
ad uscire dai fori posti sotto al vaso stesso (con conseguente
rapido dilavamento del terreno), mentre se ne diamo troppo poca,
l'acqua tenderà a rimanere negli strati superficiali e
le radici tenderanno a risalire verso la superficie che è
umida, con il risultato che soffriranno ancor di più la
sete in caso di stress idrico.
Un'irrigazione regolare è essenziale,
nei periodi di grande caldo, concomitanti anche con la produzione
di frutti da parte delle piante. E' consigliabile irrigare di
sera, in modo che le piante possano beneficiare dell'apporto
idrico durante la notte ed evitare perdite per evaporazione prima
ancora che l'acqua abbia raggiunto le radici. Nel caso di temperature
elevate, può risultare utile una protezione diurna delle
piantine con dei teli radi che lascino passare la luce, provocando
nel contempo un certo ombreggiamento.
Nel nostro caso, trattandosi di colture
in vaso, l'operazione di diserbo risulta essere molto semplice
e va fatta estirpando manualmente le erbe infestanti al loro
apparire, in modo da non consentire loro la produzione di semi
e la successiva propagazione. Anche in questo caso la regola
è, quindi, quella di interventi regolari.
La raccolta è uno dei lavori
colturali che, alla fine, ci hanno maggiormente ripagato dei
nostri sforzi, per chi dovesse seguirci in questa impresa può
immaginare l'invidia del vicino che vede spuntare, sul nostro
balcone, grossi pomodori e verdi zucchine tra un rosaio ed un
geranio. Tra l'altro, rispetto ad un produttore commerciale,
la produzione casalinga di ortaggi ha un grande vantaggio: quello
di raccogliere nel momento migliore i frutti, quando sono giovani,
teneri e saporiti e soprattutto poco prima del consumo o della
trasformazione casalinga.
Le nostre piante, tra l'altro, tuttora
in produzione, hanno fornito, mediamente ogni settimana, una
quantità sufficiente per un pasto come si vedrà
nella parte che riguarda le singole piante coltivate e che sono
servite per portare a temine questa sperimentazione. Le varie
raccolte possono anche essere conservate con vari metodi oppure
essiccati o congelate per l'utilizzo invernale.
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