Le Colline di Rosano

 

Le colline di Rosano hanno assunto la loro forma a piramide dal defluire del lago di Firenze tra il pleistocene superiore e l’olocene (tra 100.000 e 10.000 anni fa) e le rocce affioranti sono d’origine sedimentaria. Il bosco occupa il terreno meno fertile e scosceso, quindi di difficile accesso, non utilizzabile con profitto per le colture agricole. La presenza dell’uomo ha modificato l’integrità dell’ambiente poiché, oltre ai pali della corrente elettrica, ci sono cinque ripetitori: RAI, Mediaset, Telecom, Omnitel e Canale 6.

Ostrya carpinifoliaIl bosco di Rosano è composto principalmente da piante d’alto fusto: in prevalenza querce, ma sono rare quelle secolari per il taglio frequente dei boschi (circa ogni 25 anni). Sull’altitudine di 200-300 metri predominano i querceti misti, dove la roverella è la specie arborea maggiormente diffusa.

Sono presenti gruppi di quercioli da unico ceppo e gruppi sparsi di lecci, ma anche pini, cipressi e carpini.

Il sottobosco è composto da piante sempreverdi tra cui pungitopo; è presente una gran quantità di muschio per l’esposizione a nord delle colline. Nella parte alta delle colline, dove non ci sono alberi d’alto fusto al seguito di disboscamenti per coltivazioni ora abbandonate, sono presenti ginestre. Ci sono anche sorbi isolati che nel periodo autunnale risaltano per le foglie di colore rosso e felci nelle zone più umide. Non molto lontano si trova il parco di Fonte Santa sul Poggio Firenze, concepito negli anni Sessanta con lo scopo di privilegiare la salvaguardia e la conservazione di un territorio avente caratteri paesaggistici di rilievo poiché la flora, grazie al clima temperato e dolce, è di tipo litorale caratterizzata da piante e arbusti tipici della macchia mediterranea, anche se molto distante dal mare e ad un’altitudine di sei-settecento metri. È proprio qui che vengono ad impattarsi masseUlex europaeus umide d’aria oceaniche provenienti dall’Atlantico con le correnti nord-orientali provocando una condensazione di vapori. L’intero territorio risente di quest’azione mitigatrice del clima: è sorprendente la meravigliosa abbondanza di Ulex europaeus (il nostro ‘scardiccio’) di chiara origine atlantica che nel 1860 e nel 1916 i botanici Caruel e Sommier fecero notare che probabilmente questo era il luogo italiano di massima concentrazione dell’Ulex, pianta che non sopporta temperature basse e vegeta perciò nei boschi tirrenici più caldi. Un Cytisus scopariusaltro indice di oceanismo viene offerto dalla presenza di Cytisus scoparius che, sopportando temperature un poco più fredde, prende il sopravvento nelle zone aperte e meno protette; come pure dall’ Erica scoparia, dalla Calluna vulgaris (la scopa, il brugo); dalla Genista pilosa e da tanti altri arbusti. I densi popolamenti di queste piante occidentali sono probabilmente i più estesi d’Italia e forse del bacino mediterraneo.

 

Riassumendo, le colline di Rosano sono caratterizzate da boschi di vario tipo (querceti, cipressete, pinete) cespuglieti e da gli incolti erbosi.

I terreni coltivi sono rappresentati da oliveti e vigne.