Liceo Classico Plauto | Settimana Scientifica 1998 |
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LA MEDICINA ANTICA Nelle Immagini e nei Testi latini e greci |
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LO STATO ROMANO E LA MEDICINA
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Nell'antica Roma mancava un controllo statale volto all'accertamento della preparazione scientifica dei medici e alla sorveglianza su un corretto esercizio della medicina; non esisteva un organo paragonabile al nostro Consiglio dell'ordine. Seneca e Cicerone, come abbiamo visto, delineano una immagine del medico amico e dall'alta statura umana. Ma Seneca va oltre e ci propone un altro principio, quello della non discriminazione del malato ( Sen., De Clem.,XXVIII,4):
Il codice ippocrateo rifiutava anche l'aborto. In realtà' il dilagare di questa pratica sotto l'impero ci induce a pensare che pratiche abortive venissero perpetrate non solo da levatrici ma anche da medici senza troppi scrupoli e avidi di denaro. Le donne ricche potevano permettersi aborti sicuri, quelle povere dovevano accettare le fatiche del parto e dell'allattamento se tenevano alla loro vita. Sentiamo Giovenale (SatVI, 592-97):
Meno sentito sul piano morale era il problema dell'eutanasia.
D'altronde non si disponeva delle moderne terapie del dolore ne' di tecniche
di prolungamento della vita. Nel mondo pagano era il malato stesso che
poneva termine alla sua vita e i medici, quando non vi era piu' alcuna
speranza e le sofferenze erano senza possibilita' di sollievo, non negavano
il loro aiuto, come ci testimonia Seneca (De ira, I, VI, 4):
Fosche figure di medici emergono tuttavia, dalle pagine di Tacito, Svetonio, Plinio il Vecchio, assassini e avvelenatori la cui arte medica nulla aveva a che fare con il giuramento di Ippocrate. Per concludere, riportiamo questo celeberrimo testo i cui principi deontologici dovrebbero essere ancora validi: tutti ci auguriamo di incontrare un medico che prima ancora di "sapere " e di "saper fare" sia in grado di "saper essere".
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