L'ETA' AUGUSTEA

L'architettura

 

Testimonianza principale dell'incremento dato da Augusto all'edilizia urbana, tanto da mutare il volto di Roma, è il coevo trattato De architectura di Vitruvio, rappresentante di un ceto professionale italico che ambisce a un riconoscimento sociale: è il tempo di una consacrazione del ruolo dell'architetto come intellettuale, non più solo come un tecnico.

L'autore sostiene, infatti, che l'architetto deve possedere una solida preparazione culturale e conoscenze specialistiche in diversi ambiti del sapere (matematica, geometria, idraulica, acustica, geologia e anche filosofia) indispensabili per la corretta progettazione di un edificio.

Fondamento della disciplina deve essere la ricerca dell'armonia basata sul rapporto di equilibrio e di compenetrazione tra le diverse parti che formano una struttura. Inoltre, l'architettura viene presentata come sintesi di conoscenze teoriche (ratiocinatio) e di abilità pratica (fabrica).

Nel decimo libro, inoltre, l’autore celebra macchine e strumenti, quali mezzi che assicurano la vita pratica e quotidiana della società civile. Di qui lo sforzo di Vitruvio di mostrare il nesso costituzionale fra natura (cosmo) e macchine o congegni e strumenti. Egli infatti attribuisce alla natura l’origine di ogni congegno; l’idea stessa delle macchine o in genere di qualsiasi forma di congegno è in natura : il sistema del sole, della luna dei cinque pianeti (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno) gli appare come un grande congegno, una macchina che con il suo moto circolare assicura il succedersi del giorno e delle stagioni sulla terra.