I, 254-296 |
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. Olli subridens hominum sator atque deorum uultu, quo caelum tempestatesque serenat, oscula libauit natae, dehinc talia fatur: "parce metu, Cytherea, manent immota tuorum fata tibi; … hic iam ter centum totos regnabitur annos gente sub Hectorea, donec regina sacerdos Marte grauis geminam partu dabit Ilia prolem. inde lupae fuluo nutricis tegmine laetus Romulus excipiet gentem et Mauortia condet moenia romanosque suo de nomine dicet. his ego nec metas rerum nec tempora pono: imperium sine fine dedi. quin aspera Iuno, quae mare nunc terrasque metu caelumque fatigat, consilia in melius referet, mecumque fouebit Romanos, rerum dominos gentemque togatam. sic placitum. Veniet lustris labentibus aetas cum domus Assaraci Phthiam clarasque Mycenas seruitio premet ac uictis dominabitur Argis. nascetur pulchra Troianus origine Caesar, imperium Oceano, famam qui terminet astris, Iulius, a magno demissum nomen Iulo. hunc tu olim caelo spoliis Orientis onustum accipies secura; uocabitur hic quoque uotis. aspera tum positis mitescent saecula bellis: cana Fides et Vesta, Remo cum fratre Quirinus iura dabunt; dirae ferro et compagibus artis claudentur Belli portae; Furor impius intus saeua sedens super arma et centum uinctus aenis post tergum nodis fremet horridus ore cruento. |
. Sorridendo a lei il seminatore degli uomini e degli dei, con il volto che rasserena e scatena il cielo, sfiorò con un bacio le labbra della figlia, quindi pronuncia queste parole: "Risparmia il timore Citerea: rimangono immoti per te i fati dei tuoi… Qui finalmente il regno si tramanderà trecento anni interi sotto la stirpe di Ettore, finchè una regale sacerdotessa Ilia darà con un parto la gemella prole di Marte. Poi Romolo florido sotto il manto della lupa nutrice accoglierà la gente e la città di Marte fonderà e li chiamerà romani dal suo nome. A costoro io non pongo né limiti né durata di potenza: ho assegnato un dominio illimitato. E anzi l’aspra Giunone, che le terre e il mare e il cielo assilla di trepidazione, verrà a più miti consigli e con me favorirà i romani padroni del mondo e popolo vestito di toga. Cosi è deciso. Verrà con lo scorrere dei lustri il tempo, in cui la casata di Assaraco piegherà in servitù la Ftia e illustre Micene e dominando la vinta Argo. Nascerà troiano di splendida origine Cesare, farà confinare un impero che si estende su tutte le terre emerse con l’oceano, Giulio, che discende dal grande nome di Iulo. Un giorno, rassicurata, lo accoglierai in cielo carico delle spoglie d’oriente; sarà nominato nelle preghiere. Allora, eliminate le guerre, le generazioni aspre diventeranno miti, l'antica Fede e Vesta, Remo con il fratello Quirino daranno le leggi; funeste, con duri chiavistelli di ferro saranno chiuse le porte della guerra; l’empio Furore seduto sulle sue armi efferate e avvinto con cento nodi di bronzo dietro le spalle, fremerà orribilmente con la bocca insanguinata. |