Le nuove ipotesi di riforma

L'innalzamento dell'obbligo

ART.1 (disposizioni urgenti per l’elevamento dell’obbligo di istruzione)

A decorrere dall’anno scolastico 1999-2000 l’obbligo d’istruzione è elevato da otto a dieci anni. E l’istruzione è gratuita. Nell’ultimo anno dell’obbligo di istruzione le istituzioni scolastiche prevedono iniziative formative sui principali temi della cultura, della società e della scienza contemporanea, volte a favorire l’esercizio del senso critico dell’alunno, e iniziative di orientamento al fine di garantire il diritto all’istruzione e alla formazione, di consentire agli alunni le scelte più confacenti alla propria personalità e al proprio progetto di vita.

Il ministro della pubblica istruzione è autorizzato ad integrare in via regolamentare le norme riguardanti la vigilanza sull’adempimento dell’obbligo d’istruzione.

In attesa dell’emanazione dei regolamenti previsti dall’art.21 della Legge del 15 marzo 1997, n. 59, le istituzioni scolastiche sono autorizzate a sperimentare l’autonomia didattica organizzativa, anche ai fini del potenziamento delle azioni d’orientamento sia per il proseguimento degli studi, sia per l’inserimento nel mondo del lavoro.

Il 20 gennaio scorso il Parlamento ha approvato l'innalzamento dell'obbligo scolastico da otto a dieci anni (in attesa della riforma generale del sistema scolastico, a nove anni).

L'Italia era l'ultimo Paese europeo ad avere un obbligo di soli otto anni, ritardo che penalizzava gli studenti italiani nella prospettiva dell'unificazione europea del mercato del lavoro.

Ma, se la necessità di sanare questa situazione, ha indotto il Governo a stralciare l'obbligo dal riordino dei cicli, resta la difficoltà di elevare l'obbligo nella scuola così com'è. Perciò diventa ancora più urgente accelerare l'iter delle riforme.

In primo luogo, occorre, infatti, dare una risposta efficace a quei giovani che dopo la terza media avrebbero voluto iscriversi alla formazione professionale. Coerente è, quindi, orientare questi giovani verso gli istituti professionali di Stato, introducendo, però, nel piano di studio del primo anno un "modulo" specifico di formazione professionale, in modo che al termine del nuovo obbligo gli alunni abbiano un "credito" di carattere professionale sufficientemente definito, da spendere nei corsi di formazione professionale veri e propri per conseguire la qualifica.

E' necessario, inoltre, che la formazione professionale organizzi un'offerta di moduli orientativi (informativi, di rafforzamento delle motivazioni, di prima conoscenza ed esplorazione del mondo del lavoro e delle professioni) da destinare a tutti gli istituti secondari superiori (non solo a quelli tecnici o professionali; anche i licei ne hanno grande bisogno) e che le Regioni si muovano subito in tal senso.

Il nuovo anno obbligatorio, perciò, dovrà avere forte valenza orientativa, perché dopo l'obbligo si potrà scegliere se proseguire nella scuola oppure passare alla formazione professionale ed entrare nel mondo del lavoro.

In terzo luogo, oggi, non c'è "continuità" tra scuola media e scuola superiore e anche se la soluzione potrà venire solo con il "riordino dei cicli", è evidente che vanno subito attivati i momenti di raccordo tra i due cicli scolastici, nei quali un ruolo significativo, ancora una volta, deve averlo l'orientamento.

L'obbligo in Europa

Nazione

Anno di partenza

Anno finale

1. Belgio

6

18

2. Danimarca

6

16

3. Spagna

6

16

4. Francia

6

16

5. Irlanda

6

15

6. Italia

6

14

7. Lussemburgo

6

15

8. Austria

6

15

9. Gran Bretagna

5

16

10. Olanda (tempo parziale)

5

18

11. Olanda (tempo pieno)

5

16

12. Grecia

5,5

15