Le norme e i disegni di legge che dispongono l'innalzamento dell'istruzione o formazione obbligatoria fino ai 18 anni sono:
1) la legge approvata il 20 gennaio del 1999: dal 1999-2000 l'obbligo di istruzione viene portato da otto a nove anni. Dopo la terza media tutti i ragazzi dovranno iscriversi alla prima classe di un istituto superiore
2) il riordino dei cicli scolastici (proposto nel Ddl 3952 all'esame della Camera): l'obbligo di istruzione sarà innalzato a dieci anni: la scuola inizierà a cinque anni, con l'ultimo anno delle materne, e terminerà a 15 anni con il terzo anno del "nuovo ciclo secondario" (che corrisponde all'attuale secondo anno di scuola superiore)
3) un emendamento al Collegato ordinamentale sul lavoro (contenuto nel Ddl 3593 in discussione al Senato): è previsto l'obbligo di istruzione o di formazione professionale fino a 18 anni, come tutti gli altri Paesi dell'Unione Europea.
La provvisoria soluzione adottata è frutto di un compromesso, ma qualcosa è stato mosso e questo è già di per sé un fatto importante che comunque ci avvicina all'Europa.
La prospettiva è di ampliare la durata dell'obbligo a dieci anni, ma intanto tutto si limita a un anno in più; inoltre, senza il "riordino dei cicli" (la nuova progettazione dell'intero percorso obbligatorio) pensare di attribuire a questo anno il complesso degli obiettivi e dei risultati che con il nuovo obbligo si vogliono conseguire è per molti versi improponibile.
La seconda grande novità - anch'essa "europea" - è la prospettiva dell'obbligo formativo o di istruzione fino ai diciotto anni. Per chi non intende proseguire nella scuola secondaria superiore ci sarà il "diritto/dovere" di conseguire entro il diciottesimo anno una solida qualifica professionale.
Si tratta della scelta compiuta da tempo da Germania, Belgio e Francia dove, appunto, il sistema scolastico e formativo è strutturato in modo da garantire quegli obiettivi, prevedendo offerte diversificate e forti sostegni al diritto allo studio e alla formazione.