Misure d'emergenza contro la disoccupazione e il sommerso

Integrazione e decentramento

La distribuzione delle competenze fra centro e periferia prima e dopo il d.lgs 469/97

 

Ministero del Lavoro

Regioni

Province

Prima

(Alle autonomie locali

spettano soltanto le competenze strettamente riservate)

Funzioni di indirizzo politico, programmazione e coordinamento. Gestione del Collocamento.

Orientamento e Formazione professionale

 

Dopo

( All'amministrazione statale restano soltanto le competenze espressamente riservate: tutte le altre funzioni dovranno intendersi di competenza di comuni, province e regioni)

Funzioni di indirizzo politico-amministrativo. Progettazione, sviluppo e gestione del Sistema Informativo Lavoro (SIL)

Programmazione e coordinamento degli interventi di incontro domanda e offerta di lavoro

Gestione ed erogazione dei servizi.

Fornire informazioni al SIL

Fonte: elaborazione Censis

I processi di riforma avviati in Italia da poco più di un anno a questa parte per fare fronte all'emergenza occupazionale e adeguarsi agli orientamenti europei stanno profondamente modificando lo scenario del mercato del lavoro.

I provvedimenti normativi ("pacchetto Treu" e decreto legislativo 469 del dicembre 1997 applicativo della legge Bassanini) hanno riguardato l'introduzione del lavoro interinale, la riorganizzazione del servizio di collocamento e il decentramento delle competenze in materia di mercato del lavoro alle Regioni e agli Enti Locali.

In entrambi i casi il legislatore si è posto come obiettivo la creazione di un sistema di distribuzione delle funzioni e dei servizi molto più articolato rispetto al precedente e ispirato all'integrazione tra pubblico e privato, centro e periferia.

Ma funzionerà?

A tutt'oggi la fase di attuazione del nuovo quadro normativo sembra evidenziare, in effetti, problemi che non possono essere sottovalutati. Per esempio, la difficoltà delle Regioni a mettere in pratica quanto di loro competenza ai fini del buon esito del decentramento sta comportando ritardi notevoli rispetto ai tempi previsti. Inoltre, il quadro di regole fornite dal Ministero del Lavoro per l'ingresso dei privati nei servizi di incontro tra domanda e offerta di lavoro prevede procedure non propriamente agevoli, che insieme ad altri vincoli piuttosto rigidi determinano non solo l'allungamento dei tempi, ma rischiano di compromettere l'esito finale della riforma, scoraggiando di fatto le imprese ad entrare nel sistema.