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Spunti di riflessione:
Servizi pubbliciCOMUNE DI MODENA LA RETE FOGNARIA La struttura delle fognature del Centro Storico deriva dalla rete medievale di canali e canaletti che oggi hanno lasciato il nome alle vie che li sovrastano e che davano origine al Naviglio, la via d'acqua sulla quale si sono fondati per secoli gli scambi commerciali con Venezia e Mantova. Con lo sviluppo urbanistico della città, per esigenze igieniche e di viabilità i canali sono stati progressivamente coperti e hanno assunto il ruolo di collettori principali fognari. La stessa sorte e' toccata anche ai canali secondari che attraversavano i cortili degli edifici raccogliendo l'acqua piovana, gli scarichi civili e dei laboratori artigiani. Sotto il profilo idraulico la principale esigenza e oggi quella di sottrarre apporti al sistema fognario del Centro e al Canale Naviglio, ricettore finale di tutte le acque reflue di Modena. Tra il 1990 e il 1993 si sono concentrati gli impegni di spesa più rilevanti. I principali interventi sulla rete fognaria del Centro e sui canali di scolo hanno riguardato la ristrutturazione della rete fognaria delle vie Canalchiaro, Emilia e Scudari, la ricostruzione della rete fognaria di via Carteria e, in particolare, il rifacimento di un tratto del collettore di San Pietro.
L'importanza dei servizi pubblici è fondamentale per la vita di una Nazione, per la crescita e il miglioramento del tenore di vita. Fra i servizi, l'acqua costituisce un bene basilare e primordiale di natura insostituibile. Sta di fatto che oggi, come non mai, tale elemento è diventato argomento centrale di dibattiti e discussioni in tutti i paesi civili, sviluppati industrialmente o meno al fine di combatterne lo spreco ed il cattivo uso a cui l'acqua purtroppo è stata assoggettata. Firenze ha avvertito da sempre l'importanza di questa risorsa: nel tempo si è passati dalla concezione medioevale del "pozzo" individuale all'utilizzo della stessa acqua di falda mediante impianti "collettivi". Si è poi reintegrato tale riserva immettendo nel sottosuolo acqua d'Arno. Infine, vista la scarsità della risorsa sotterranea rispetto alle necessità, si è provveduto alla utilizzazione diretta dell'acqua del fiume.
L'Ente Autonomo per l'Acquedotto Pugliese è stato istituito nel 1919, ma la storia del problema dell'approvvigionamento idrico della siticulosa Apulia, Puglia sitibonda, ha origini molto antiche. Orazio, il grande poeta latino nato a Venosa (PZ), conosceva bene il problema della mancanza d'acqua e descrisse divertito lo stupore dei suoi compagni di viaggio laziali o campani quando questi osservavano, in Puglia, che venit vilissima rerum hic aqua, qui si vende la più vile delle cose, l'acqua: vilissima, infatti, era considerata l'acqua da chi, abituato a vederla sgorgare da fontane ed acquedotti un po' ovunque, non apprezzava il valore di questo bene, oggi universalmente riconosciuto come prezioso Ancora all'inizio di questo secolo, nel capoluogo pugliese ci si approvvigionava di acqua potabile acquistandola da venditori ambulanti. I nostri progenitori, dopo secoli di disagi e sofferenza, per risolvere i gravi problemi legati alla mancanza di acqua in Puglia, progettarono e realizzarono un'opera grandiosa: l'Acquedotto Pugliese, che portò le acque delle sorgenti campane del Sele e, in seguito, del Calore a dissetare le popolazioni pugliesi. Pagine realizzate dal Servizio Costruzione Opere Esterne - Centro Nord - EAAP Bari
Dossier - Acqua '98FUTURO E AMBIENTE «Non c'è vita senza acqua. L'acqua è un bene prezioso indispensabile a tutte le attività umane». Queste prime battute della Carta Europea dell'acqua suonano come un proclama, cui segue un'altra solenne affermazione: «Le disponibilità d'acqua dolce non sono inesauribili. E' indispensabile preservarle, controllarle e, se possibile, accrescerle». E' un bene prezioso che non è uniformemente distribuito, eppure ovunque «è indispensabile all'uomo come bevanda e come alimento, per la sua igiene e come sorgente di energia, materia prima di produzione, via per i trasporti e base delle attività ricreative». Si lega con interazioni inscindibili con tutte le sfere planetarie... sicché alle variazioni bioclimatiche si sommano quelle sociali ed economiche, accentuando così le disparità regionali e gli squilibri territoriali della Terra. Dunque l'acqua è il tramite dei grandi processi naturali e antropici, è il fattore delle differenziazioni dei paesaggi, degli assetti spaziali delle attività umane. Ma se l'abitare, il produrre e lo scambiare il frutto del proprio lavoro e le espressioni della propria intelligenza e della propria spiritualità restano le principali funzioni dell'uomo, queste si differenziano e assumono livelli gerarchici e organizzativi assai diversi in rapporto alle risorse idriche. Si spiega così perché agricoltura, industria e città si contendano un tale bene e come la lotta al cattivo uso e allo sperpero rappresenti sempre più una necessità irrinunciabile al pari del recupero e del riciclo delle acque stesse. I tre quarti delle acque derivate da fiumi, laghi e falde sotterranee sono utilizzati a scopo irriguo e quindi l'agricoltura è l'attività umana che ne consuma di più. Ma l'agricoltura irrigua assicura più del 55% della produzione mondiale di riso e grano e tale percentuale salirà nei prossimi decenni, stabilendo un crescente rapporto tra sicurezza alimentare e sicurezza idrica e pertanto anche tra questa e sicurezza sociale internazionale. Contrariamente a quanto comunemente si ritiene, l'acqua dolce è una forma rara, perché il 99% della quantità totale di acqua è salmastra (97% è negli oceani) o è allo stato solido (2% nelle calotte glaciali e nei ghiacciai). Il restante 1% si trova nelle falde sotterranee in quanto quella di superficie (fiumi, laghi, umidità dei suoli e sistemi biologici) costituisce una parte infima. Se l'acqua è fattore di sviluppo economico e sociale, è anche un decisivo fattore di relazioni internazionali, soprattutto quando riguarda fiumi che attraversano paesi diversi, talora distinti da rivalità e da contrasti territoriali e socio-culturali non facilmente sanabili... Oltre il 40% della popolazione mondiale si trova in bacini imbriferi così ampi da appartenere a più Stati per i quali l'acqua e il suo uso (prelievi, sbarramenti, deviazioni, inquinamento, navigazione) possono diventare ragione di pace e di cooperazione oppure, al contrario, di scontri fino a sfociare in aperti conflitti. L'acqua è così un condizionante e un prezioso indicatore geopolitico per scacchieri particolarmente caldi della Terra, dove la politiche nazionali, specialmente nel settore irriguo o dei progetti idroelettrici, dovrebbero realizzarsi nel rispetto dei diritti dei paesi posti più a valle. All'acqua si connettono diverse caratteristiche fisiche e in particolare la mobilità, la difficile afferrabilità e gestione, la cattiva distribuzione annuale (nelle aree monsoniche le precipitazioni avvengono solo per tre mesi), le inondazioni che colpiscono indiscriminatamente paesi ricchi e poveri. Queste ultime diventano calamità di portata mondiale per la perdita di raccolti, per la distribuzione degli insediamenti e delle infrastrutture e per l'alto numero di vittime umane; e il danno è tanto più elevato quanto più le precipitazioni seguono un periodo prolungato, e altrettanto calamitoso, di siccità.Per concludere l'acqua è preziosa come materia prima per l'uomo e per le sue attività produttive; come agente di rimozione e assimilazione dei rifiuti; come mezzo di viabilità e commerci; come habitat degli ecosistemi idrici (anche in funzione economica: pesca e acquacoltura); come occasione e meta del tempo libero (turismo balneare, lacuale, croceristico anche lungo corsi fluviali). L'acqua interagisce profondamente con il sociale e con l'ambientale e costituisce un patrimonio dell'umanità che non conosce frontiere e non può sottostare a nazionalismi. Al contrario può e deve accomunare i popoli nello sforzo comune per la ricerca, per l'inventario delle disponibilità, per l'utilizzazione e la salvaguardia di una tale risorsa, nella consapevolezza che, a fronte di una sua cattiva distribuzione spazio-temporale, sta il diritto alla fruizione di tutte le genti e questo quale premessa indispensabile di sviluppo. Peris Persi, Presidente nazionale AIIG L'ORO BLU "... Come sta lacqua del nostro Pianeta? Dovrebbe essere domanda quotidiana perché noi esseri viventi siamo fatti di acqua e non viviamo senza acqua. Rispondere a "come sta lacqua nel Pianeta?" significa guardare allo stato complessivo di tutte le nostre relazioni. Per lacqua, dai mari ai pozzi, si sono fatte guerre e si è ucciso. Se vogliamo costruire la pace dobbiamo lavorare a che lacqua sia per tutti e indispensabile. Questo significa promuovere luso sobrio e equilibrato di questa risorsa con tutti gli atti internazionali necessari, sia in termini giuridici che di promozione allo sviluppo in forma cooperativa e autocentrata. Si muore di fame ma anche di sete in questo nostro mondo. Lacqua è un ciclo che va dal cielo alla terra per tornare al cielo. Bene: questo cielo è compromesso. Lacqua è inquinata in mille forme. E surriscaldata dagli scarichi termici. Eutrofizzata da troppe sostanze "nutritive". Alterata dalle modificazioni climatiche. Addirittura la corrente del golfo è compromessa dalleffetto serra. E leffetto serra può cambiare la dislocazione dei mari. La desertificazione ne compromette ulteriormente la presenza in intere zone. Daltro canto lacqua inonda, distrugge. I mari si innalzano per il cambiare del clima e lo sciogliersi dei ghiacci. I fiumi corrono più veloci perché il suolo è cementificato. Le falde sono prosciugate. I mari sono depredati dalle pesche rapinose. Il patrimonio ittico è avvelenato dagli scarichi. Come sta lacqua e come è distribuita è dunque un grande indicatore di civiltà, che andrebbe dato giorno per giorno al posto dello stato delle monete. Per lItalia lacqua è elemento assolutamente prevalente dellassetto geofisico. Siamo una penisola, protesa nel Mediterraneo, attraversata da fiumi. Noi abbiamo una vocazione indispensabile alla pace e a nuove relazioni Nord/Sud dallo stesso stare nel Mediterraneo che solo classi dirigenti incapaci possono tradire per subalternità atlantiche. Lacqua in Italia è sufficiente ma soffre di inquinamenti, degrado, maldistribuzione, cementificazioni. Si sono inquinati mari, fiumi, falde. Si sono cementificati territori. Si sono escavati alvei. Si sono fatte opere idrauliche insensate. Ci sono zone che soffrono la sete anche perché le loro reti idriche perdono il 50 per cento e più dacqua. Ci sono state vere e proprie mafie dellacqua. Cè chi vorrebbe unacqua sempre più privata. Fare una politica dellacqua in Italia significa fare una politica di civiltà. Di pace, innanzitutto, e ho già detto, di diversa economia. Rimuovendo a monte tutti gli inquinamenti, riconvertendo tutti i settori economici che li producono. Promuovendo luso sobrio e plurimo di questa risorsa verso i bisogni civili, agricoli, energetici, industriali contro ogni logica dissipatrice. Difendendo il suolo dalle inondazioni senza le grandi opere ma rinaturalizzando il rapporto tra acqua e territorio sconvolto dalla cementificazione.Cè una legge, la 183 detta della difesa del suolo, che pensata dopo lalluvione di Firenze ci ha messo più di 20 anni per essere approvata e ora rischia, da anni, di non essere attuata. Questa legge prevede di ripensare leconomia e il governo dei territori a partire dai fiumi, dai piani di bacino. E una legge che non piace a chi vuole cementificare e a chi vuole privatizzare luso dellacqua come si vorrebbe fare da parte di molti. Per questo invece va applicata. Proposta: tutti i giorni invece che il cambio delle monete, o almeno insieme a esso, diteci come sta lacqua". Roberto Musacchio
Una dichiarazione sull'ambienteORAZIONE DEL CAPO SEATTLE (1854)" Questa acqua scintillante, che scende nei ruscelli e nei fiumi, non e' solo acqua ma il sangue dei nostri antenati. Se vi vendiamo la terra, dovrete ricordare che è sacra, e dovrete insegnare ai vostri figli che è sacra e che ogni immagine spirituale riflessa nella chiara acqua dei laghi parla di avvenimenti e ricordi nella vita del mio popolo. Il mormorio dell'acqua è la voce del padre di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli, spengono la nostra sete. I fiumi trasportano le nostre canoe, e alimentano i nostri figli. Se vi vendiamo la nostra terra, dovrete ricordarvi e insegnare ai vostri bambini che i fiumi sono nostri fratelli, e vostri, e che dovrete d'ora innanzi riservare ai fiumi tutte le gentilezze che riservereste a ogni fratello ". Il Capo Seattle risponde al presidente Franklin Pierce, che gli ha fatto un'offerta per una grande area di territorio indiano e gli ha promesso una "riserva" per il popolo indiano, con la più bella e profonda dichiarazione sull'ambiente mai fatta da un uomo.
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1998-99 I.T.C.S. "Jacopo Barozzi" MO
gruppo interclasse M.C.A. prof.ssa Laura Bortolani
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