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Vita quotidiana in un paese in guerra:
ecco cosa raccontano,
via e-mail, alcuni abitanti di Belgrado e della Jugoslavia.
(messaggi raccolti da Mara Gergolet, fonte "Corriere della Sera")

e-mail di guerraSENZA INTERNET, OGGI SONO ISOLATO DAL MONDO
Miodrag Milosevic, architetto
:"Oggi la Jugoslavia è staccata da Internet. Ho cercato di collegarmi per tutta la giornata. Appena ricevete queste e-mail, per favore rispondetemi:
saprò di essere di nuovo collegato con il mondo"

art3: "Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza..."
In questa guerra senza immagini ufficiali, con le telecamere bloccate alla frontiera del Kosovo o della Macedonia, Internet è rimasto il solo "medium universale", che continua trasmettere. Ovviamente la rete è diventata il teatro di un conflitto di propaganda. Da un lato il ministero dell'informazione jugoslavo offre  foto e testimonianze a siti, come Targhet, che combattono i bombardamenti; dall'altro Cnn, Bbc News, Ansa raccontano ogni giorno gli orrori della pulizia etnica. Ma soprattutto, Internet è diventata una catena invisibile, che propaga il senso umano della tragetia e dell'orrore. L'e- mail viaggia attraverso una connessione specializzata via satellite, mille volte meglio delle linee telefoniche convenzionali, che vanno in tilt quando si compone il prefisso di Belgrado. E ci sono soprattutto le testimonianze. Migliaia di persone si sono commosse per i messaggi via e-mail di una ragazza sedicenne del Kosovo, che ha raccontato tre mesi e mezzo di persecuzioni, torture, ma anche di speranza.
art6:"...ha diritto in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica"

e-mail di guerraE' TORNATA L'E-MAIL NON CI SONO PIU' SIGARETTE
Branko Komadina, dirigente di un'organizzazzione umanitaria a Kikinda:

"Oggi e' tornata a funzionare l'e-mail, in compenso non ci sono le sigarette e le bombe si fanno ogni giorno più fitte. Guardando indietro, mi accorgo che questi bombardamenti sono solo il gran finale di dieci anni. Dieci anni in cui siamo rimasti in colpevole silenzio"

e-mail di guerraSONO FELICE PERCHE' MIO FRATELLO E' VIVO
Dragan Isailovic, studente di fisica:
"Da giorni non scrivo più la tesi, ma oggi, dopo un periodo di smarrimento e senso di impotenza, sono felice. Mi ha telefonato mio padre, dicendomi che mio fratello (che è stato arruolato nell'esercito Serbo e si trova nel Kosovo) finalmente si è fatto vivio e sta bene. Non sapevo niente di lui da 18 giorni.

e-mail di guerraMA LA GENTE COMUNE IGNORA QUEL CHE SUCCEDE IN KOSOVO.
Milena Dragicevic Sesic, docente di teoria dei mass-media: "Abbiamo appena ascoltato alla TV di Stato la lettera del regista italiano Bernardo Bertolucci. Era una lettera molto precisa, che condannava sia i bombardamenti, sia la pulizia etnica. Bertolucci paragonava la distruzione della cineteca nazionale di Belgrado alla distruzione dei documenti dei profughi. Così -diceva il regista - si cancellano la vita e la memoria di un popolo intero. Perchè le autorità non hanno censurato queta lettera? Semplice, non ce n’era bisogno. In Serbia la maggior parte della popolazione, non ha mai sentito parlare dei rastrellamenti del kosovo, degli esilii organizzati dalle milizie Serbe, della distruzione di documenti albanesi. Per questi spettatori - che nulla sanno di quello che succede nel kosovo - le parole di Bertolucci erano solo una metafora".

e-mail di guerraVOGLIO RENDERE LA JUGOSLAVIA UN PAESE MIGLIORE
Randal A. Major, americano e professore d’inglese all’ Università di Novi Sad:

"Anche se sono un cittadino americano, nato e cresciuto a Sant’ Antonio, Texas, da tredici anni vivo e lavoro in Jugoslavia. Sono venuto qui per aiutare un amico a costruire la casa, poi mi sono innamorato, sposato e stabilito qui. Perchè ho deciso di rimanere tra i miei amici in Vojvodina, tra questa gente di tante nazionalità diverse, anche sotto gli attacchi della Nato? Per due motivi. Mia figlia Sarah è nata alle 2.30 di lunedì 22 Marzo. Mia moglie e mia figlia sono tornate a casa lo stesso giorno in cui sono iniziati i bombardamenti. Stanno bene, ma ovviamente non sono nella condizione di viaggiare".

e-mail di guerraSTUDENTI AMERICANI, ASCOLTATE LA VOCE DELL’ ALTRA PARTE
Jelena Teodorivic, ricercatrice all’ università della California , Los Angeles, scrive ai suoi amici americani:
: "So che avete le vacanze di primavera e che molti di voi vogliono solo divertirsi e rilassarsi . Ma ho bisogno di scrivere per sfogarmi e per avere almeno la  sensazione di fare qualcosa per mia mamma, mio papà e mia sorella che si trovano sotto le bombe della Nato. Mi sembra di impazzire quando penso a loro. Il regime di Milosevic é colpevole. Ma anche le vostre tv, cari amici americani, sono piene di errori e, a volte, anche di ottusa demagogia. Per favore, prendetevi un po’ di tempo per ascoltare anche la voce dell’altra parte."

e-mail di guerraSIAMO VITTIME DI UN REGIME " Scusate se nascondo il mio nome, lo faccio per prudenza. Cerco di esercitare autocritica, ma non riesco a capire che cosa altro avrei dovuto o potuto fare nel corso degli ultimi anni. Siamo vittime di un regime, quello di Milosevic, e sappiamo tutto su di lui: molto di più rispetto a quello che sapete voi italiani(...). Ora soffriamo per innocenti che muoiono sotto le bombe, per innocenti albanesi costretti a lasciare le case. Sappiamo soltanto che il Kosovo è la nostra terra: abitata da qualunque etnia pacifica voglia viverci. Il mondo ci sta distruggendo".
e-mail di guerraBOMBE  NATO  SU  BELGRADO?   PAREVA  RIDICOLO.
Nada Cvetkovic, insegnante di Belgrado: "Penso spesso a Milena di Vukovar(Croazia). Nel Febbraio del '92, a Venezia, mi diceva che il vortice del ciclone di guerra sarebbeculminato a Belgrado. Era difficile da immaginarlo. L' America e la Nato? Ridicolo!"  
e-mail di guerraE' TORNATA L'E-MAIL, NON CI SONO PIU' SIGARETTE.
Branko Komandina dirigente di una organizzazione umanitaria a Kikinda:
"Oggi è tornata a funzionare l'e-mail, incompenso non sono più le sigarette e le bombe si fanno ogni giorno più fitte. Guardando indietro, mi accorgo che questi bombardamenti sono solo il gran finale di dieci anni di disastri. Dieci anni in cui siamo rimasti in colpevole silenzio.

cartina dei Balcani

Questa pagina Web è stata composta da Marco Terrinoni
e Chiara Fiaschetti della classe II  i

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