Il lavoro si trova così

Posto fisso addio

Nell'inserto del "Corriere della Sera - Università" del 25 settembre 1993, P .Jadeluca delineava uno scenario del mercato del lavoro che per molti versi può essere considerato ancora attuale. Riportiamo pertanto le sue considerazioni.

Le aziende reclamano all’unisono una sola cosa: laureati possibilmente col massimo dei voti. Ma chi sceglie un corso di laurea ed ha già in mente quale professione vorrà esercitare, entra all’università con il piede sbagliato.

Tramonta, infatti, l’idea di un lavoro unico, poiché uno dei fattori determinanti dei prossimi anni diventerà la "mobilità", quindi la capacità di adattamento ai continui cambiamenti. Purtroppo gran parte della popolazione è impegnata in lavori precari, perciò soggetta a cambiamenti di azienda ed anche di mansione; pertanto il corso di laurea va considerato una base di partenza, non un punto di arrivo. Bisogna allargare i propri orizzonti, predisporre in itinere opportuni correttivi, ma soprattutto abituarsi ad affrontare imprevisti.

Il mondo delle imprese ha bisogno di professionisti che oltre a competenze specialistiche di base sappiano gestire l’innovazione attraverso l' integrazione ottimale di produzione, mezzi e organizzazione.

Dovendo scegliere, in generale le preferenze delle imprese si indirizzano principalmente sulle aree tecnico - scientifiche, ingegneristiche ed economiche. Ma il tipo di laurea non è fondamentale: molto dipende dal background delle persone.

Per esempio, una risorsa strategica è il project manager, una figura professionale capace di affrontare le problematiche di ogni singola persona, di proporre nuove soluzioni e di lavorare in team. Non a caso, i nuovi prodotti provenienti dall’informatica sono frutto del lavoro di équipe.

In conclusione, per essere pronti a individuare i fabbisogni professionali del futuro, bisogna guardare i settori in espansione, come quello delle telecomunicazioni o dell'ambiente.