Al contrario dell’uomo che poteva dedicarsi a tempo pieno e a periodi alterni al lavoro, agli affetti e al riposo, la donna, che oggi è entrata a far parte del mondo del lavoro, assume un altro ruolo, sommandolo ai suoi già molteplici impegni: per esempio quelli di madre, di moglie, di amante. Perciò non riesce a svolgere la pluralità di funzioni che da tempo le competono (casalinga, amministratrice dell'economia familiare, organizzatrice del tempo libero, educatrice dei figli e così via). Eppure a queste funzioni, nell’ambiente lavorativo non si dà nemmeno peso, poiché le si richiedono un buon grado di professionalità e una discreta carica di energia.
La conseguenza di tutto ciò è che quanto più la donna riesce a realizzarsi nel proprio lavoro, a badare alla famiglia e alla casa tanto più si sente in debito verso ognuna di queste direzioni, cui vorrebbe dedicare maggiore tempo e attenzione.
Per evitare, quindi, di diventare una donna frenetica e alienata cerca in qualche modo di trovare un equilibrio - instabilissimo - tra i vari investimenti psichici. Distinzione, quindi, di tanti livelli di identità e di tante funzioni intellettuali ed emotive.
Del resto, oggi, il problema di funzionare a vari livelli investe anche gli uomini che hanno assunto alcuni modelli comportamentali riservati in passato solo alla donna.
E' necessaria, quindi, non solo per le donne, ma per tutti i lavoratori, una ristrutturazione del mondo del lavoro al fine di giungere all'affermazione della cultura della parità insieme a quella della specificità dei sessi.
Disegno realizzato da Flavia Bombardieri, classe I E,
Liceo Scientifico Statale "G.Peano" di Roma