Il lavoro al femminile e al maschile nella pubblicità
Donne come corpi
La pubblicità ha da sempre mostrato una donna impegnata a combattere con il calcare e la ruvidezza della biancheria, con i piatti unti, con le impronte sui pavimenti.
D’altronde non ha possibilità di distrarsi: se prova ad invitare un amica questa non fa altro che criticare pannolini, detersivi e prodotti antipolvere; eserciti di nonne e di zie, inoltre, criticano candeggine e dadi per insaporire le pietanze Potrebbero costituire un'evasione quattro passi al supermercato, ma anche lì l’aspettano passate di pomodoro, margarina, fustini.
Tenendo conto di tutto questo possiamo renderci conto che il prototipo della casalinga nella pubblicità resiste, anzi, via via si rafforza: in TV è sempre presente la figura della donna di casa, paziente, rassicurante e bruna secondo il modello tradizionale.
Alla categoria delle donne bionde e svampite è affidata la promozione dei prodotti voluttuari mentre le rosse trasgressive sono testimonial del proibito, affiancate ultimamente da donne di colore, utilizzate, anch’esse, per sponsorizzare " tutto ciò che fa peccato".
I dati raccolti dallo sportello aperto qualche anno fa dalla Commissione Parità confermano che nel giro di due anni sono piovute migliaia di proteste contro l’uso distorto dell’immagine femminile nella pubblicità. Infatti, per pubblicizzare prodotti voluttuari il modello è Claudia Schiffer, mentre per i prodotti della casa il modello è la "donna-oca".