L'innovazione tecnologica
Grazie ai mezzi offerti dalla telematica, in questi anni comincia a diffondersi il telelavoro, cioè una forma di lavoro effettuata in luogo distante dall'azienda usando le tecnologie dell'informazione e le reti di comunicazione.
Il teledipendente che svolge a casa propria il lavoro conserva il contatto con l'impresa via telefono, via fax e via computer.
Il telelavoro è adatto soprattutto a chi deve dedicarsi all'aggiornamento di archivi, all'immissione di dati, a lavori di ricerca, di programmazione o di grafica computerizzata, a compiti di segreteria, quali quelli di intrattenere rapporti telefonici con la clientela.
In Europa i telelavoratori sono oltre 4,5 milioni, ma essi costituiscono soltanto il 3% della manodopera; in Italia sono 250.000 cioè l'1,2% della forza lavoro.
Il telelavoro presenta diversi vantaggi: aumento della produttività individuale derivante dalla maggiore libertà del lavoratore che può decidere da dove e quando lavorare, miglioramento della qualità della vita, riduzione del traffico e dell'inquinamento, possibilità di lavoro per i disabili. Anche le imprese potrebbero ricavare dal telelavoro un tornaconto economico in quanto diminuirebbe il costo per occupato.
Ogni medaglia, però, ha il suo rovescio. Anche il telelavoro non sfugge a questa regola. Alcuni, infatti, mettono in evidenza che diminuendo drasticamente l'impiego delle automobili e dei mezzi di trasporto pubblici, molti si troverebbero senza lavoro. Qualcuno poi punta l'indice sull'eccessivo isolamento in cui sarebbe costretto il lavoratore che verrebbe privato del rapporto con i colleghi. Altri ancora ipotizzano possibili problemi all'interno della famiglia: il telelavoratore, infatti, potrebbe essere colpito da quella che viene definita "sindrome da terminale acceso" che comporta la mancata considerazione degli orari e, quindi, una difficoltà ad adeguarsi ai ritmi di figli e partner.
La diffusione capillare del telelavoro è un obiettivo difficile da raggiungere, anche perché le aziende non sempre lo affrontano serenamente, poiché temono l'innovazione organizzativa.