L'INQUINAMENTO

DELLE ACQUE  IRRIGUEWB01500_.gif (705 byte)

 

 

Le acque utilizzate per l'irrigazione assumono la qualifica di "inquinate" quando per le loro caratteristiche compositive ed agendo sul terreno o direttamente sulle colture provocano una diminuzione della produzione vegetale agraria.

Le acque irrigue possono essere inquinate da:

  • Sostanze organiche naturali (cause più frequenti) e cioè sostanze che provengono da scarichi urbani, da allevamenti zootecnici, da industrie in cui la materia prima di lavorazione è appunto costituita da sostanze naturali più o meno complesse;
  • Sostanze organiche di sintesi per la maggior parte non biodegradabili, per cui si verifica un loro accumulo nel suolo, con una successiva ridistribuzione alle acque ed alla vegetazione(detersivi, solventi, fitofarmaci, vernici, ecc.). Se si verifica una situazione di compresenza di sostanze organiche di sintesi di diversa origine e tipologia, gli effetti negativi sul suolo, sulla vegetazione e sulle acque possono essere più gravi, per interazione e sinergismo;
  • Sostanze minerali ed inorganiche quali solidi in sospensione, metalli pesanti, ecc., arrivati da scarichi civili ed industriali, dall'attività estrattiva, da allevamenti zootecnici e per effetto dei fenomeni di erosione idrometeorica;

Inoltre la contaminazione delle acque si può avere con un inquinamento di tipo fisico,dato dalla presenza di solidi sospesi che, con il loro successivo deposito nei cavi irrigui e nelle tubazioni in pressione, finiscono per alterarne la funzionalità, fino a colmare i primi e ad occludere le seconde.

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