Le
acque utilizzate per l'irrigazione assumono la qualifica di
"inquinate" quando per le loro caratteristiche compositive ed agendo
sul terreno o direttamente sulle colture provocano una diminuzione della
produzione vegetale agraria.
Le acque irrigue possono essere inquinate da:
- Sostanze organiche naturali (cause più frequenti) e cioè
sostanze che provengono da scarichi urbani, da allevamenti zootecnici, da industrie in cui
la materia prima di lavorazione è appunto costituita da sostanze naturali più o meno
complesse;
- Sostanze organiche di sintesi per la maggior parte non
biodegradabili, per cui si verifica un loro accumulo nel suolo, con una successiva
ridistribuzione alle acque ed alla vegetazione(detersivi, solventi, fitofarmaci, vernici,
ecc.). Se si verifica una situazione di compresenza di sostanze organiche di sintesi di
diversa origine e tipologia, gli effetti negativi sul suolo, sulla vegetazione e sulle
acque possono essere più gravi, per interazione e sinergismo;
- Sostanze minerali ed inorganiche quali solidi in sospensione,
metalli pesanti, ecc., arrivati da scarichi civili ed industriali, dall'attività
estrattiva, da allevamenti zootecnici e per effetto dei fenomeni di erosione
idrometeorica;
Inoltre la contaminazione delle acque si può avere con un
inquinamento di tipo fisico,dato dalla presenza di solidi sospesi che, con il loro
successivo deposito nei cavi irrigui e nelle tubazioni in pressione, finiscono per
alterarne la funzionalità, fino a colmare i primi e ad occludere le seconde. |