L'ETA' AUGUSTEA
L'ordinamento militare e sociale
La spina dorsale dell'esercito rimasero le legioni: in numero di 28; ogni legione di 5.000 uomini, con 10 coorti, ciascuna delle quali era al comando di 5 o 6 o 7 centurioni. L’ufficiale generale della legione ha il titolo di legatus Augusti legionis, ed è tratto dall’ordine senatorio; a lui sono subordinati i tribuni legionis.
Se le legioni sono il fondamento essenziale di questo esercito permanente augusteo, le forze arruolate fra i peregrini, gli auxilia, ne sono il complemento necessario. Le legioni, sono arruolate fra i circa 4 milioni di cittadini romani dell’impero, in prevalenza italiani; mentre gli auxilia sono prelevati tra i peregrini. La distinzione di legiones e auxilia va intesa nel senso che i legionari italiani sono volontari; sono obbligati al servizio gli ausiliari.
Solo chi apparteneva all’ordine senatorio assumeva il tribunato laticlavio della legione, e quindi passava, attraverso la normale carriera senatoria, al comando della legione; e tra gli ex-pretori si sceglievano i legati Augusti pro praetore delle province imperiali con più legioni; allo stesso modo, tra gli ex-consoli e gli ex-pretori si sceglievano i proconsoli delle province senatorie; il comando della guarnigione di una provincia proconsolare era di regola affidato a legati pro praetore del proconsole. Lo stato romano venuto fuori dalla rivoluzione cesariano-augustea era dunque fondato sul privilegio delle due classi superiori, la senatoria e l’equestre: superiore per dignitas la prima, particolarmente vicina all’imperatore la seconda.
Nell’ordinamento dell’Egitto al comando generale di ogni legione si troverà un praefectus legionis (non dunque un legatus legionis come nelle normali province imperiali) così come al comando di tutto il complesso militare stanziato in Egitto c’è, naturalmente, il praefectus Alexandreae et Aegypti, il governatore dell’Egitto. La prefettura d'Egitto è, all'epoca di Augusto, la suprema fra le magistrature dell'ordine equestre.
Inoltre, dalla cohors praetoria repubblicana, guardia personale del comandante, Augusto ha fatto sorgere il corpo dei soldati particolarmente vicini all’imperatore, la gioventù italiana, sostegno della nuova autocrazia e la classe capace di difendere le esigenze della sua rivoluzione. Perciò le coorti pretoriane erano destinate ad avere, nell’esercito romano ordinato da Augusto, un importanza militare di gran lunga al di sopra delle tre cohortes urbanae. Il prefetto urbano era di rango senatorio: una grande prefettura senatoria si contrapponeva alle quattro prefetture equestri - dei vigili, dell'annona, dei pretoriani, dell'Egitto -. Anche in questo caso un compromesso che era a vantaggio del principe e dell'ordine equestre nell'ambito del quale erano scelti anche i praefecti classis comandanti delle due flotte permanenti stanziate a Miseno e a Ravenna; le forze navali romane furono reclutate fra gli schiavi, e imbarcate soprattutto su liburnae che, per la loro velocità, ad Azio si erano mostrate superiori alle unità più grandi.
La costituzione di un esercito permanente implica una economia accentrata, e soprattutto un impulso all’economia monetaria. Impero comincia a significare burocrazia: le procuratele equestri e le funzioni dei liberti vanno remunerate sulla base di compensi monetari che si identificano coi salaria. La magistratura di tipo repubblicano, vale a dire la magistratura vera e propria, era normalmente retribuita con indennizzi in natura piuttosto che con retribuzioni in denaro. L’istituzione augustea di una vera e propria burocrazia imperiale stabiliva il principio del compenso in denaro ai funzionari; e questo principio tendeva a estendersi alle antiche magistrature repubblicane.
L'intensificazione della nuova economia monetaria determinò anche la sistemazione delle emissioni monetarie (aureus e denarius, coniazione riservata all'imperatore, sestertius di rame al senato). Diede anche l'avvio alla sistemazione del fiscus e all'ordinamento delle entrate dell'imperatore. Alla corresponsione di compensi ai veterani, Augusto ha provveduto mediante l’aerarium militare; a questo si destina una tassa indiretta dell'1% sulle vendite; altra tassa fu la vicesima (5%) sulle successioni e donazioni. Con l'istituzione di questa tassa Augusto indicava che la sua opera di capo di una rivoluzione non doveva intendersi nell'interesse di questa o quella classe. Certo l'ordinamento augusteo appare fondato sul privilegio della classe senatoria e su quello della nuova classe affaristica dei cavalieri; l'originario fondo democratico, da cui la rivoluzione era partita, si era in parte perduto.