RES GESTAE DIVI AUGUSTI

C. XXXIV

In consulatu sexto et septimo, postquam bella ciuilia exstinxeram, per consensum uniuersorum potitus rerum omnium, rem publicam ex mea potestate in senatus populique Romani arbitrium transtuli. Quo pro merito meo senatus consulto Augustus appellatus sum et laureis postes aedium mearum uestiti publice coronaque ciuica super ianuam meam fixa est et clupeus aureus in curia Iulia positus, quem mihi senatum populumque Romanum dare uirtutis clementiaeque iustitiae et pietatis causa testatum est per eius clupei inscriptionem. Post id tempus auctoritate omnibus praestiti, potestatis autem nihilo amplius habui quam ceteri qui mihi quoque in magistratu conlegae fuerunt.

Durante il sesto e il settimo consolato, dopoché avevo fatto cessare le guerre civili pur avendo ottenuto il potere supremo per consenso unanime, trasferii il governo dello stato dal mio potere alla gestione del senato e del popolo romano. E per questa mia benemerenza mi fu attribuito il titolo di Augusto e per decisione pubblica la porta della mia casa fu rivestita di alloro e una corona di fronde di quercia fu fissata sopra l'entrata e uno scudo d'oro fu posto nella curia Giulia, sul quale fu attestato con un'iscrizione che il senato e il popolo romano mi donavano per il mio valore, la mia clemenza, giustizia e pietà. Subito dopo fui superiore a tutti in autorità, ma non ebbi per nulla più potere degli altri che mi furono colleghi nelle rispettive magistrature.