I rifiuti nella storia
Il problema dei rifiuti non riguarda solo i giorni nostri, fin dalla preistoria l'uomo primitivo doveva liberarsi di cose naturali come cocci, deiezioni, ceneri per lavaggi. In seguito furono i greci a porsi il problema col filosofo Aristotele, che, dicendo: "Alcuni lavori sono più nobili ma altri sono più necessari" e rivaluta molto il lavoro del netturbino.
Durante l'era imperiale romana ci fu un importantissimo passo avanti nel modo di sbarazzarsi dei rifiuti, fu creata la Cloaca Massima, la prima rete fognaria; furono costruite anche le terme, un segno importante perché stava significare che i romani si lavavano.
In seguito la situazione precipitò, con i Barbari gli spazzini furono considerati esseri infami portatori di pestilenze, oltretutto la situazione igienica del momento era disastrosa: infatti, non si lavavano né erano ben organizzati per ripulire i villaggi e le città.
In seguito la svolta consistette nel riunire gli escrementi umani nel pozzo nero, che era svuotato dai navazzari; essi ricavavano soldi svuotando i pozzi e trasportando con i loro carretti le deiezioni che andavano a vendere ai contadini che pagavano molto il loro concime per la terra. I navazzari però portavano con sé anche le pestilenze e la morte; e le autorità avevano tentato di regolare il flusso istituendo una licenza e delle fasce orarie di lavoro.
Altri "operatori ecologici" dell'epoca erano i becchini che si occupavano delle carogne di persone e animali.
Dice l'illuminista G. Parini che i problemi del tempo sono tre: le carogne appestate, la malaria ed i vasi da notte vuotati dalla finestra.
Nella Roma del '700 c'è Ghoete, uno scrittore che nota che i rifiuti erano scaricati nelle strade secondarie e che il lavoro era affidato a galeotti sorvegliati.
Nell'800 gli spazzini lavoravano di notte con lampade a gas. Finalmente nel 1930 a Milano il servizio di pulizia divenne pubblico e stabile.
Tema di: Youssef Nader Classe 1^L
Nelle antichità i rifiuti prodotti dalle civiltà non erano ovviamente come quelli d'oggi, questi erano quantitativamente pochi e per lo più costituiti da resti organici, cenere ed escrementi.
Tutti materiali che erano riutilizzati: il cibo scartato andava agli animali soprattutto maiali, le ceneri erano utilizzate per lavare i tessuti e gli escrementi erano trasformati in concime. Di stoffe ce n'erano poche e queste erano utilizzate fino all'ultimo.
I metalli erano così rari che sarebbe stato ingenuo buttarli, il vetro era l'oggetto di manufatti molto rari che sono arrivati fino a noi. Si può dire che il vero problema dei rifiuti arriva con la nascita dei grandi imperi e con queste di vaste città. Questo problema nacque in Grecia, dove sentirono per primi il bisogno di un servizio pubblico di pulizia urbana. I netturbini che pulivano le città erano probabilmente schiavi e s'incaricavano di tutte le opere di manutenzione dell'area urbana, che contava allora 250 mila persone.
Dopo i Greci ci furono i romani un altro grande impero che ci ha lasciato una miriade di documenti riguardanti le grandi opere pubbliche, ma pochissime in merito alle attività quotidiane, che pur dovevano essere enormi poiché Roma era una città che contava oltre un milione di persone.
Gran parte dei rifiuti erano scaricati nella Cloaca Massima, il sistema fognario che serviva alla città. Per quanto riguarda i rifiuti domestici erano buttati semplicemente nelle strade, senza badare a chi poteva andare in testa. In città, a differenza della Grecia, mancò sempre un sistema di raccolta pubblico ed il servizio era affidato ai privati. In epoca imperiale vi erano quattro edili che erano incaricati di manutenzione e pulizia, due si occupavano della città interna e due della periferia. In ogni caso i romani furono i primi creatori dei servizi pubblici di raccolta e smaltimento dei rifiuti, il loro modello urbano fu esportato in tutto l'impero e funzionò fintanto che duro l'impero stesso.
Di seguito con la calata dei barbari, le cose cominciarono a mettersi nella via sbagliata, infatti, questi non avevano nessun interesse verso la pulizia. Ed, infatti, in questo periodo aumentarono le pestilenze varie. Solo alla fine del Medioevo si cominciò a pensare dei rifiuti.
A Milano fu fatto l'ufficio di Sanità e dopo, nel 1534, fu creato il magistrato di Sanità e Tribunale, che rimase in vigore sino al 1787.
Dopo s'incominciò a proibire l'abbandono di letame lungo le pubbliche vie. A Roma per impedire che le Cloache e pozzi neri inquinassero l'aria, essi erano periodicamente puliti, scaricandoli nelle acque dei torrenti.
All'inizio del '500 nacquero gli antenati degli spazzini chiamati navazzari perché conducevano le "navazze" cioè, i carri con cui si raccoglievano il letame. I compiti dei navazzari erano molto ampi, raccoglievano la spazzatura dalle case, pulivano le città. Il servizio di pulizia era un misto tra pubblico e privato e solo nel 1930 a Milano il servizio diventò totalmente pubblico.
Tema di: Danzo Mario 1^L