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Helen Abbott Michael
(1857-1904)





- Nostra ospite è ora Helen Abbott, conosciuta anche con il cognome di suo marito Arthur Michael.
- A lei la parola, signora Helen!-

- Beh, cosa volete sapere sul mio conto?-

- Ci dica tutto ciò che ha fatto, come ha studiato, insomma la sua vita! -

- Diciamo subito che gran parte del mio lavoro di ricercatrice si è basato sulla chimica organica, in particolare ho studiato le piante, e non è stato facile farlo senza un'istruzione universitaria; ai tempi in cui abitavo con i miei genitori a Filadelfia ho studiato medicina in una scuola per sole donne, il Women Medical College (se la memoria non mi tradisce) ma poi ho avuto un incidente di cui preferisco non parlare ed ho dovuto continuare i miei studi privatamente.

- Che cosa l'ha spinta a preferire la chimica delle piante ad altre specializzazioni ?

- Diciamo che non è stata esattamente una scelta premeditata: nel 1883 è successa una cosa che mi ha lasciato veramente un ... non so come spiegarmi, come ... ecco, come quando stai cucinando, magari è tutto il giorno che ti dai da fare sui fornelli ma poi, una volta che hai fatto tutto e ne sei soddisfatta, ti arriva una telefonata dall'ufficio di tuo marito che ti dice "Tesoro, scusa ma non posso tornare a casa per l'ora di cena". Non so se vi ho fatto capire quello che intendo.
Nella mia città molti bambini erano morti per aver mangiato delle radici di pastinaca (che è effettivamente una pianta commestibile) e allora mi sono detta: Helen, accidenti, datti da fare e scopri che cosa è successo, così potrai evitare che altra gente possa star male. Così ho cominciato ad analizzare le sostanze chimiche che componevano le piante in modo da capire che cosa poteva essere nocivo e cosa no.
Lavorai al Philadelphia College of Pharmacy e riuscii a pubblicare ben nove trattati su questi argomenti; i miei finanziatori (anch'io avevo i miei sponsor) mi chiesero di tenere delle lezioni agli studenti ed in cambio di questo favore loro avrebbero stanziato dei fondi per costruire laboratori di ricerca dove sarebbero stati previsti dei posti anche per signore; inutile dire che accettai subito.

- Le sue ricerche sulla chimica delle piante sono risultate molto importanti per i farmacisti, che spesso preparavano direttamente i medicinali, vero?

- Certo, sono stata una superdonna! Scherzi a parte, diciamo che le mie ricerche hanno portato, oltre che ad una più profonda conoscenza delle piante, anche ad una loro prima classificazione biochimica, che io stessa ho iniziato ad elaborare. Poi però, non ancora contenta, ho deciso di studiare chimica al Tufts College sotto la guida di Arthur Michael e, come dire, tra un esperimento e una sintesi riuscimmo a conoscerci meglio e nel 1888 ci sposammo. Andammo a vivere sull'isola di Wight, quella della canzone dei Dik Dik per intenderci, e lì, trasformata in Mrs Michael, continuai le mie ricerche in chimica organica pubblicando i miei lavori su un'importante rivista tedesca. Più avanti ricevetti un master al Tufts College e intanto lavoravo in una clinica che io stessa avevo fondato. Ma ora credo di aver raccontato abbastanza di me, prima di salutarvi, però, desidero ricordare ancora Arthur, il grande amore della mia vita.

- La salutiamo calorosamente e le porgiamo le più vive congratulazioni per il suo matrimonio, potremmo battezzarlo le "nozze di carbonio".



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