indice del capitoloindice generaleparagrafo successivo



Donne e medicina nel tardo medioevo





La medicina rimase per tutto il medioevo l'unico sbocco agli interessi scientifici delle donne.
Nel XII e XIII secolo la nascita delle università cambiò la natura della ricerca scientifica: teologia, medicina e giurisprudenza divennero professioni che richiedevano una educazione universitaria che (caso italiano a parte) era ovunque interdetta alle donne; in alcuni casi, come ad esempio quello francese, vi erano donne che studiavano privatamente per poi insegnare all'università. La professione medica era sempre più strutturata gerarchicamente: il dottore era in cima alla piramide, sotto di esso farmaciste, cerusiche e chirurghe, istruite da mariti o genitori, organizzate in corporazioni, preparavano ricette, salassavano o operavano; al grado più basso vi erano coloro che praticavano la professione senza licenza, donne sagge e medici popolari, le cui ricette erano più semplici (più economiche) e spesso sorprendentemente simili a quelle dei medici licenziati dalle Università. Tra il 1389 e il 1497 quindici donne ottennero la licenza medica in Francoforte, tra queste tre ebree specializzate in oftalmologia araba, una di esse scrisse un trattato medico e le prestigiose ostetriche tedesche arrivarono a praticare la medicina generale.
Sul finire del XVI secolo Marie Colinet di Berna, ostetrica e chirurgo, introdusse tecniche tuttora usate per aiutare le donne durante il travaglio, fece alcuni tagli cesarei con successo e per la prima volta usò un magnete per estrarre una scheggia di metallo dall'occhio di un paziente.
In Italia durante il Rinascimento si poteva contare un numero elevato di studiose, tra cui ricordiamo Olimpia Morata e Tarquinia Molza, famose per la loro conoscenza della scienza greca.
Nei secoli XV e XVI le aristocratiche italiane venivano educate da famosi umanisti e giovani donne venivano mandate alle corti di queste dame di cultura per essere istruite nelle arti e nelle scienze. In tutta Italia le donne esercitavano la professione medica, erano chirurghi o specialisti vari. Le dissezioni del corpo umano, praticate fra il XV e il XVI secolo a Bologna ed a Padova, portarono a una rinascita dell'anatomia e a un miglioramento delle tecniche chirurgiche; non era raro che donne fossero collaboratrici di medici famosi, che preparassero corpi per le dimostrazioni e le lezioni di anatomia.
Alessandra Giliani, assistente di Mondino Dei Luzzi, sviluppò un metodo per svuotare le arterie e le vene riempiendole con un fluido colorato che solidificandosi permetteva di studiare in dettaglio il sistema circolatorio.



indice del capitoloindice generaleparagrafo successivo