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Ipazia di Alessandria





"Era una donna che divideva il mondo in due, quelli che pensavano a lei come a un faro luminoso e quelli che la consideravano un emissario dell'oscurità."

Ebert Hubbard 1928

Ipazia è stata per quindici secoli l'unica scienziata della storia, la prima la cui vita sia ben documentata. Ultima scienziata pagana del mondo occidentale, morì di morte violenta proprio negli ultimi anni dell'Impero romano. Nacque nel 370 d.C. Fu una donna veramente singolare, si recò ad Atene ed a Roma impressionando tutti per la sua intelligenza e la sua bellezza .
Tornata ad Alessandria si mise ad insegnare matematica e filosofia; purtroppo nessuno dei suoi libri, nati come testi per gli studenti, si è conservato intatto, però parte del suo lavoro è stato incorporato nei trattati di Teone (padre di Ipazia) che ancora ci rimangono. La parte più significativa del lavoro di Ipazia è contenuta nei suoi tredici volumi di commento all'aritmetica di Diofanto; le lettere di Sinesio raccolgono i suoi disegni di diversi strumenti scientifici, compreso quello di un astrolabio piatto (strumento usato per la misura della posizione dei pianeti). Si devono a lei anche un apparecchio per misurare il livello dell'acqua e uno per distillarla nonché un idrometro di ottone usato per misurare la densità di un fluido. Ipazia era una donna di straordinario coraggio : pagana e seguace del razionalismo greco, nonché figura sempre più di rilievo in una comunità marcatamente cristiana, rifiutò di convertirsi ed abbandonare le sue idee così che venne uccisa in modo atrocemente violento in una chiesa chiamata Cesarium.
Questo fatto segna la fine dell'insegnamento neoplatonico ad Alessandria e in tutto l'impero.
Con l'espansione della cristianità, l'apparire di diversi culti e il diffondersi del caos religioso, l'astrologia e il misticismo ebbero la meglio sull'osservazione scientifica; ad Alessandria venne distrutta la Biblioteca e anche ciò che rimaneva del Museo, l'Europa era entrata nei secoli bui, la scienza greca sarebbe sopravvissuta a Bisanzio per rifiorire nel mondo arabo.

I "secoli bui" non furono per le donne tempi così tetri come ci si potrebbe immaginare; in Cina donne ingegnere seguaci del taoismo portarono avanti scienza e tecnologia. Nell'impero mussulmano le donne studiavano la medicina alla scuola di Baghdad e le alchimiste continuarono a seguire gli insegnamenti di Maria Giudea. Le Imperatrici di Bisanzio oggi vengono ricordate solo per il loro scandaloso comportamento e le loro storie d'amore, ma quasi mai si parla dei loro meriti scientifici.
Eudocia e Pulcheria studiavano a corte medicina e scienze naturali; l'imperatrice Zoe (1050) trasformò il suo appartamento in un laboratorio di chimica dove sperimentava profumi ed unguenti.
La più famosa delle studiose bizantine fu la figlia dell'imperatore Alessio, Anna Comnena (1083-1148) che si occupò di matematica, astronomia e medicina ; studiosa di Aristotele e Platone scrisse "l'Alexiade" storia del regno di suo padre; narrazione ricca di descrizioni dettagliate di armi e strategie belliche, ma non solo, vi è esposta anche la teoria medica di Galeno e le sue prescrizioni.



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