Dall'antichità al Settecento nell'ambito della cultura occidentale si svilupparono moltissimi studi volti a indagare le proprietà e la struttura delle sostanze, anche a scopo terapeutico. Nell'alchimia è presente la medicina, la farmacia, la cosmesi... e molte donne si dedicarono a queste ricerche, spesso in odore di magia.
Nei tempi più lontani la ricerca scientifica era irrimediabilmente legata alle credenze religiose, all'occulto e fortemente dipendente dalle scoperte tecniche degli artigiani; era praticata da filosofi, religiosi, mistici e perfino ciarlatani.
L'alchimia che raccolse elementi della cultura cinese, indiana, greca e romana, fu l'unica scienza a fiorire ad Alessandria nel periodo della cultura ellenistica. Come studio misterioso e segreto il suo fine principale era quello di scoprire il metodo per poter trasformare i metalli in oro e in argento, dato che si basava sulla credenza della continuità della materia e quindi sulla sua convertibilità. La tendenza degli alchimisti al segreto era l'unico modo per proteggersi dalla persecuzione ufficiale, ma seguiva anche la tradizione della segretezza delle confraternite. La letteratura alchemica è allegorica, oscura, incomprensibile, spesso bollata come stregoneria. Gli alchimisti però non furono solo maghi e ciarlatani ma si dimostrarono abili nelle pratiche di laboratorio ; infatti furono i primi ad affiancare alla teoria un grande lavoro di sperimentazione. Inventarono tecniche e dispositivi, magari anche grezzi o - come accadeva il più delle volte - estrapolati da normali strumenti di cucina, ma strumenti che tuttora si utilizzano regolarmente nei laboratori.
Consideravano i metalli come organismi viventi, in evoluzione fino alla perfezione rappresentata dall'oro; conseguentemente l'alchimista non doveva far altro che stimolare questo processo naturale trasferendo lo "spirito" dell'oro ad un metallo base. L'alchimia era un'attività che trovava le sue radici in diversi campi che vanno dalla produzione dei cosmetici , alla bigiotteria, alla sintesi dei profumi. Possiamo annoverare tra le prime donne "chimiche" le produttrici di essenze babilonesi che tramandarono le loro conoscenze sino ad Alessandria attraverso una forte tradizione orale in cui le donne ebbero un ruolo di primo piano. Grande sviluppo ebbe l'alchimia egiziana, per la quale la dea Iside era identificata come fondatrice della scienza arcana. Non era raro che gli alchimisti, per poter pubblicare liberamente i loro trattati, scrivessero firmandosi sotto il nome di antiche divinità o di personaggi noti, prima fra tutti appunto la dea Iside.