Mogli e madri fra famiglia e carriera

L'assessore

Della fatica di conciliare lavoro e famiglia, sa qualcosa anche Manuela, bolognese, una donna di 34 anni, impegnata nel Partito comunista con una laurea in scienze politiche, una figlia di tre anni, un marito che ha un’impresa di falegnameria.

Manuela è assessore all’edilizia pubblica e privata e all’urbanistica: il suo sì o il suo no, quindi, vale miliardi.

Fino alle nove e mezzo si dedica alla figlia; in casa è aiutata dalla madre e, qualche giorno a settimana, i lavori di casa sono affidati a una donna a ore. Anche il marito è pieno di lavoro e la aiuta quando può.

La giornata di Manuela finisce così verso le otto e mezzo di sera; perciò non riesce a uscire la sera né a fare due chiacchiere con le amiche e tanto meno vedere i negozi con calma, perché dopo il lavoro non le rimane molto tempo da dedicarvi.

In ogni modo, Manuela non rinuncerebbe mai al suo lavoro perché dice che la fa crescere, la fa sentire più ricca e nello stesso tempo le permette di arricchire le istituzioni in cui lavora. Visto che non può dedicare una vita al lavoro e una alla famiglia tenta di vivere interamente come donna anche portando con sé la figlia in ufficio. Non prova vergogna dei suoi sentimenti né dei suoi affetti, in tal modo si sente diversa dai suoi colleghi maschi. E anche se non lo dice, Manuela si sente migliore.