Musei virtuali
Il "museo virtuale" costituisce la massima espressione delle tecnologie interattive applicate nel settore dei Beni Culturali. L’ambiente da simulare (sia esso un museo, in senso stretto, o un complesso archeologico o monumentale) è modellato in tre dimensioni e fedelmente riprodotto; questo viene poi analizzato dall’elaboratore grafico, che calcola il punto di vista dell’utente e lo aggiorna ad ogni sua modifica, in modo tale che l’osservatore si senta realmente "dentro" l’ambiente. Perché questo accada, l’utente è dotato anche di strumenti idonei: un casco sulla testa e degli occhiali stereoscopici. Un grande vantaggio può derivare dall’applicazione di questa tecnica a quegli ambienti monumentali non più accessibili. Si avrà così una "restituzione virtuale" (già realizzata per il Colosseo, l’antica basilica di S. Pietro e la tomba di Nefertari) che permetterà al grande pubblico di fruire i monumenti nella loro presunta forma originaria. Anche gli addetti ai lavori potranno giovarsi della restituzione virtuale per verificare graficamente e tridimensionalmente la veridicità di alcune ipotesi da essi proposte.
Nel settore della conservazione e del restauro si potrà così operare sulla "copia virtuale" per ottenere una restituzione ottimale della leggibilità di un’opera, mentre sull’originale si continuerà ad attuare un restauro conservativo. La dematerializzazione e l’unificazione dei supporti in un unico formato determina la riproducibilità e trasportabilità quasi illimitata e a basso costo. Questi fattori sono alla base di un fondamentale valore di mercato: oggi circa i due terzi dei CD-ROM multimediali hanno l’arte per argomento. Grandi società, come la Microsoft, hanno già investito in questo settore acquisendo i diritti di utilizzo.