Le nuove ipotesi di riforma

Il piano di sviluppo delle tecnologie multimediali

Il sistema scolastico italiano ha il compito di ridefinire i propri processi formativi. Per raggiungere tale obiettivo appare essenziale che i processi di cambiamento si basino sulla definizione di un nuovo assetto degli studi, nell'ambito del quale un punto essenziale e irrinunciabile sarà però costituito dal recupero delle dimensioni della manualità e dell'operatività, dai livelli elementari del gioco e della quotidianità fino ai livelli più impegnativi dello sviluppo di capacità di controllo e comprensione di tecniche e tecnologie, anche come risorsa per educare a un costume di collaborazione, recuperare l'etica del lavoro e della produzione, preparare ai necessari rapporti col mondo complesso dell'organizzazione sociale e produttiva.

Il Ministero della Pubblica Istruzione ha, pertanto, promosso il Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche 1997-2000, un programma quadriennale che prevede un investimento di quasi 1.000 miliardi di lire e include la fornitura diretta alle scuole di finanziamenti per l’acquisto di hardware e di software e per la formazione degli insegnanti. Le singole scuole sono poi lasciate libere di decidere quali obiettivi specifici adottare e quindi come pianificare l’uso della multimedialità nella didattica.

Considerando, quindi, il diverso grado di esperienza nel campo delle nuove tecnologie, il progetto è stato diviso in due sottoprogrammi: il primo (1A), rivolto alle scuole senza esperienza multimediale nelle quali il finanziamento è previsto per l’installazione di una struttura multimediale minima e per la formazione di base degli insegnanti; il secondo (1B) prevede, invece, un finanziamento per equipaggiare una o più aule in modo che la multimedialità sia introdotta concretamente nella didattica.

Nel primo anno di attività hanno avuto accesso al programma 5.320 scuole per il progetto 1A e 1.898 per l’1B (sul totale di 15mila previste dal piano quadriennale); le richieste sono state tuttavia ben superiori. Entro la fine del 1999 tutte le scuole italiane dovrebbero essere coinvolte nel sottoprogramma 1A, mentre entro il 2000 dovrebbero tutte accedere al sottoprogramma 1B.