La composizione della terra
L'interno del nostro globo è costituito da diversi strati di materiali. Lo strato più esterno chiamato crosta terrestre, ha uno spessore di soli 40Km.,che si riduce a 10 Km. sotto gli oceani. Sotto questo troviamo poi una decina di zolle crostali semirigide e molto instabili, che raggiungono una profondità di 1200 Km.: questo strato viene chiamato litosfera. Al di sotto della litosfera vi è un'altro strato di circa 700 Km. chiamato astenosfera, costituito da materiale parzialmente fuso. Dopo di questo troviamo il mantello, costituito da materiale roccioso, che arriva ad una profondità di circa 2900 Km. Vi è quindi un nucleo esterno dello spessore di 1700 Km. ed infine un nucleo solido di nichelio e ferro, che costituisce il centro della Terra. Si può affermare che la litosfera galleggia sulla astenosfera, come una barca sulla superficie di un lago e come tale si sposta, si alza, si abbassa in funzione del suo peso: questi movimenti provocano i terremoti.
I TERREMOTI
I terremoti, o sismi, sono improvvise scosse di una parte della crosta terrestre, o di una ristretta area, per rapidi movimenti orizzontali o verticali; in molti casi essi possono causare gravi danni e vittime. Le scosse sismiche sono in gran parte di origine tettonica, cioè dovute a movimenti della parte più esterna della terra, fino alla profondità di alcune centinaia di chilometri. Altre sono calssificate come di origine vulcanica. Avviene così che, in determinati punti della crosta terrestre, l'accumulo delle tensioni aumenta di energia determinando scuotimenti che si propagano, dalla zona di rottura (IPOCENTRO), fino al punto verticale corrispondente sulla superficie terrestre (EPICENTRO).
ORIGINE DEI TERREMOTI
Le scosse sismiche sono in gran parte di origine tettonica, cioè dovute a movimenti della parte più esterna della Terra; altre sono classificate come di origine vulcanica. Oggi sappiamo che la maggior parte dei terremoti si verifica per lenti movimenti della crosta terrestre e della litosfera; gli strati della litosfera che lentamente si spostano (faglie), vanno a comprimere altri e se questi risultano elastici si modellano lentamente, se invece risultano rigidi, resistono fino al limite della rottura. Quando una faglia ne comprime un'altra vincendo la forza d'attrito, si determina un veloce slittamento con un improvviso rilascio di energia, che fa vibrare la crosta terrestre deteminando il terremoto. Il lento scorrimento di una faglia, provoca già dei microterremoti silenziosi, registrabili solo mediante sismografo. Un aumento dell'intensità di questi microsismi indica che nella zona sono in atto delle pressioni, che potrebbero prima o poi sfociare in un terremoto distruttivo. Per spiegare le varie fasi in cui un terremoto generalmente si manifesta, supponiamo di riempire una grande cassa di noci e di porre ai due lati della medesima due morse. Stringendo lentamente le due morse le noci tendono ad inserirsi nelle intercapedini. Stringendo ulteriormente, se i gusci resisteranno alla pressione, noteremo un sollevamento della superficie, che corrisponde alla formazione di catene montuose. Aumentando la pressione, le noci con il guscio più fragile cominceranno a scricchiolare e quando non riusciranno più a sopportarla si frantumeranno, provocando un'improvvisa e violenta vibrazione (il terremoto). La stessa cosa si verifica sotto la crosta terrestre, con la sola differenza che al posto delle noci abbiamo delle masse rocciose: se si frantumano lentamente o riprendono nel tempo la loro posizione originaria, si verificano solamente dei microsismi di bassa intensità, invece se le forze deformanti superano il limite di rottura, le rocce si spezzano improvvisamente liberando energia e vibrazioni che, facendo vibrare la crosta terrestre, provocano il terremoto.