Dai buchi neri alle prime
cellule.
Itinerari di Astronomia
I BUCHI NERI
di Chiara Allais V C
DEFINIZIONI
LA
TEORIA DEI BUCHI NERI
TEORIE
SUI BUCHI NERI DI HAWKING E PENROSE
Stephen
Hawking sui buchi neri quantistici
Roger
Penrose su teoria quantistica e spazio – tempo
Storia
della scoperta dei buchi neri
Definizioni
BUCO NERO: In astrofisica, oggetto celeste che esercita un'attrazione
gravitazionale così intensa da impedire alla materia e anche alla
luce (o a qualunque altra radiazione elettromagnetica) di allontanarsi
da esso: in questo senso, non emette luce ed è quindi nero. In un
buco nero. la materia è estremamente addensata in una regione di
spazio relativamente piccola, tanto che, in teoria, la sua massa può
essere considerata riunita in un punto. Un buco nero. è caratterizzato
da una superficie immaginaria il cui raggio è direttamente proporzionale
alla massa; un buco nero. di massa pari a quella del Sole avrebbe un raggio
di 3 km, mentre per una massa pari a quella della Terra il raggio sarebbe
di solo 1 cm.
-
Formazione di un buco nero: Può avvenire in seguito all'esplosione
di una stella di grande massa (supernova):la parte centrale della stella
subisce un violento collasso gravitazionale e, se la sua massa è
almeno tre volte quella solare, il collasso comprime la materia indefinitamente,
generando il buco nero. che successivamente può catturare altra
materia e aumentare così la propria massa (in rari casi, per filsione
con altri buchi neri.) fino a valori di milioni di volte quella del Sole;
prima di cadere nel buco nero., la materia gli ruota attorno muovendosi
a spirale e formando un disco di accrescimento.
-
Osservazione di buchi neri: Poiché non emettono radiazioni, i buchi
neri non possono essere osservati direttamente. E' però possibile
rilevare le radiazioni (soprattutto raggi X) emesse dal gas molto caldo
del disco di accrescimento. Questo accade, per esempio, nei sistemi binari
in cui una delle stelle è un buco nero se esso sottrae gas alla
stella compagna. Si ritiene che i fenomeni energetici osservati nelle galassie
con nucleo attivo dipendano da quanto avviene nel disco di accrescimento
di un buco nero estremamente massiccio posto nel loro centro.
-
Singolarità : Stando alla relatività generale, in certe condizioni
estreme alcune regioni dello spazio-tempo acquistano una curvatura infinitamente
grande e diventano singolarità: qui le usuali leggi fisiche cessano
di valere. Nei buchi neri, per esempio, dovrebbero esservi singolarità
nascoste dietro l'orizzonte degli eventi.
La
Teoria Dei Buchi Neri
Si immagini una regione dello spazio nella quale la forza gravitazionale
attrattiva è cosi intensa che i raggi luminosi a cui capiti di passare
troppo vicino vengono deviati secondo una traiettoria circolare una regione
da cui la materia, la radiazione o qualunque tipo di comunicazione non
può mai fuggire. Questa regione, chiamata buco nero, è uno
dei fenomeni più entusiasmanti della fisica teorica e forse l'oggetto
più bizzarro dello spazio. Sebbene essi fossero implicitamente previsti
dalla teoria della gravitazione di Einstein del 1915, cioè dalla
relatività generale, i buchi neri furono "scoperti' teoricamente
per la prima volta da Oppenheimer e Snyder nel 1939.
Però, a causa delle loro proprietà pochissimo intuitive,
i buchi neri non furono presi in seria considerazione dalla maggior parte
dei fisici e degli astronomi fino alla metà degli anni Sessanta.
Oggi si è sul punto di confermare la scoperta del primo buco nero
nello spazio. Il concetto di buco nero porta alle estreme conseguenze i
nostri concetti di spazio e tempo. La superficie di un buco nero chiamata
orizzonte, è una superficie di separazione chiusa entro la quale
la velocità di fuga è maggiore della velocità della
luce. La previsione ditale superficie per corpi abbastanza compatti può
essere fatta sulla sola base della teoria della gravitazione di Newton
insieme alla relatività ristretta: la velocità di fuga di
una particella lanciata dalla superficie di una massa sferica M di raggio
R è vf = (2GM/R)^½ Quando M/R soddisfa la relazione
20M/R> c2 , vf supera la velocità della luce e nessuna particella
e nessun fotone può fuggire, come è richiesto dalla relatività
ristretta. Un risultato notevole è che l'interno di un buco nero
non ha relazione causale con il resto dell'universo: nessun processo fisico
che avvenga all'interno dell'orizzonte può comunicare la propria
esistenza o i propri effetti all'esterno. Per un buco nero sferico di massa
M, l'orizzonte è una sfera la cui circonferenza è uguale
a 2 n volte il raggio di Schwarzschild del buco Rs, dove Rs=20M/c2 (1'
esatta coincidenza numerica di questo raggio con l'analogo newtoniano è
casuale). Un buco nero con una massa uguale a quella del Sole avrebbe un
raggio di Schwarzschild di 2,95 km. Secondo la relatività generale,
lo spazio e il tempo sono deformati dal campo gravitazionale dovuto ai
corpi dotati di massa e la deformazione èpiù forte in prossimità
di un buco nero. La gravitazione influenza tutti i sistemi fisici in maniera universale
e quindi tutti gli orologi (siano essi transizioni di una molecola di ammoniaca
o battiti cardiaci di un essere umano) e tutti i regoli graduati indicherebbero
che il tempo è rallentato e lo spazio allungato in prossimità
di un buco nero. Oppure si possono descrivere gli effetti del campo gravitazionale
del buco su una misura locale degli intervalli di tempo e delle distanze
come un'accelerazione del riferimento di Lorentz locale (in cui è
valida la relatività ristretta) rispetto agli altri riferimenti
di Lorentz locali in differenti posizioni. I buchi neri si formano quando
stelle massicce subiscono il collasso gravitazionale totale. Nell'emettere
calore e luce nello spazio, le stelle si equilibrano contro la loro stessa
gravità con la forza diretta verso l'esterno dovuta alla pressione
generata dal calore dell'energia nucleare liberata al loro interno. Ma
ogni stella deve morire. Quando il suo combustibile nucleare si sarà
esaurito, essa si contrarrà. Se la sua massa è minore di
circa tre volte la massa del Sole, la stella in contrazione si stabilizzerà
a un diametro minore, quando l'attrazione gravitazionale diretta verso
l'interno non potrà più costringere le particelle che costituiscono
la stella ad avvicinarsi ulteriormente l'una all'altra. Una stella siffatta
vivrà per l'eternità come nana bianca o stella di neutroni.
Ma se la massa della stella è maggiore di circa 3 masse solari,
la teoria prevede che la forza diretta verso l'esterno, per quanto grande
essa possa essere, non riuscirà a evitare la schiacciante compressione
gravitazionale, e la stella imploderà, scomparendo per sempre dalla
vista e dando origine ad un buco nero. Recenti dimostrazioni matematiche,
eseguite per mezzo della teoria della relatività generale di Einstein,
indicano che un buco nero è uno dei più semplici oggetti
naturali e può essere descritto completamente da tre sole grandezze:
la sua massa, il suo momento angolare e la sua carica elettrica totale.
All'infuori di queste tre grandezze, tutte le informazioni sulla stella
progenitrice, per esempio se era costituita da particelle o antiparticelle,
se era piatta come una frittella o sferica, sono andate perdute mediante
onde gravitazionali ed elettromagnetiche poco dopo la formazione del buco.
I buchi neri rotanti, chiamati buchi di Kerr (quelli non rotanti sono chiamati
buchi di Schwarzschild) si circondano di una regione chiamata ergosfera
in cui lo spazio e il tempo sono deformati a un punto tale che tutte le
particelle, i fotoni e persino i riferimenti di Lorentz locali sono costretti
ruotare intorno al buco. A grandi distanze da un buco nero, il suo campo
gravitazionale si comporta come se fosse generato da una stella ordinaria
di massa M, ubbidendo alla legge newtoniana dell'inverso del quadrato della
distanza. Vicino a un buco nero, il campo gravitazionale è di gran
lunga più forte di quanto sarebbe previsto dalla teoria newtoniana.
Un uomo che fosse risucchiato in un buco nero avente una massa pari a quella
del Sole sarebbe fatto a pezzi dalla forza gravitazionale differenziale
agente lungo il suo corpo molto tempo prima di avere raggiunto l'orizzonte
del buco nero. Dopo che l'orizzonte del buco si è formato, non si
possono più ricevere informazioni sul destino ultimo della stella
collassata che racchiude al suo interno. I calcoli del collasso (supposto
sferico) indicano che la stella è compressa fino a volume zero e
densità infinita nel centro del buco nero, in cui forma un punto
di forza gravitazionale infinita chiamato singolarità. Per una stella
in collasso, la cui massa sia pari a qualche massa solare, gli ultimi spasimi
dell'agonia terminerebbero in qualche centomillesimo di secondo (misurato
localmente). Gli effetti quantistici, tralasciati nella teoria classica
della relatività generale, arresterebbero forse il collasso stellare
a una densità inimmaginabile p circa uguale a c5/hG2 che corrisponde
a 5 x lO93 g/cm3, dove h è la costante di Planck, impedendo così
la creazione di singolarità; ma tali effetti non potrebbero impedire
la formazione di buchi neri. Secondo le attuali teorie dell'evoluzione
stellare, potrebbero esistere ben 100 milioni di buchi neri nella Galassia;
ma la loro ricerca non e facile, poichè non si potrebbe mai rivelare
la presenza di una macchiolina nera di qualche chilometro di diametro contro
il cielo notturno
Si devono invece cercare i segni dell'interazione fra i buchi neri
ed i loro vicini. Quello che potrebbe essere scoperto più facilmente
sarebbe un buco nero orbitante intorno ad una stella normale in un sistema
binario. Usando le leggi di Keplero, l'analisi del valore e del periodo
dello spostamento Doppler della stella normale visibile consente di calcolare
se la compagna invisibile ha tanta massa quanto basta per essere un buco
nero. Inoltre si potrebbero osservare gli intensi e tremolanti raggi X
prodotti quando il gas proveniente dalla stella normale è risucchiato
verso il buco nero e riscaldato ad una temperatura di miliardi di gradi
mentre percorre la traiettoria a spirale che lo porta nel buco nero in
cui verrà distrutto. Tali sono i segni rivelatori della sorgente
di raggi X binaria Cygnus XI, un eccellente candidato per un buco nero
distante circa 8000 anni luce dalla Terra e situato nella costellazione
del Cigno. I buchi neri sono un fenomeno naturale fondamentale. Lo spazio
può essere disseminato di buchi neri, che ci attraggono con i loro
segreti del tempo e dello spazio dietro un manto di oscurità impenetrabile,
una sfida e un premio per la perseveranza di astronomi e fisici.
TEORIE
SUI BUCHI NERI DI HAWKING E PENROSE
Stephen
Hawking sui buchi neri quantistici
La teoria quantistica dei buchi neri.... sembra condurre a un nuovo livello
di imprevedibilità in fisica, oltre all'indeterminazione abitualmente
associata alla meccanica quantistica. Ciò si deve al fatto che i
buchi neri sembrano avere un entropia intrinseca e perdere informazioni
dalla nostra regione dell'universo.
Dovrei dire che queste sono tesi controverse: molte persone che lavorano
sulla gravità quantistica, compresi quasi tutti coloro che sono
entrati: in questo campo provenendo dalla fisica delle particelle, rifiuterebbero
istintivamente l'idea che si possa perdere informazioni sullo stato quantico
di un sistema. Essi hanno avuto però ben poco successo nei loro
tentativi di mostrare come si possano estrarre informazioni da un buco
nero. Io credo che saranno infine costretti ad accettare il mio suggerimento
che l'informazione è andata perduta, così come sono stati
costretti ad ammettere che i buchi neri irraggiano, cosa che era contraria
a tutti i loro preconcetti .Il fatto che la gravità sia attrattiva
significa che tenderà a formare concentrazioni di materia, le quali
daranno origine a oggetti come stelle e galassie. Queste possono resistere
per un certo tempo alla tendenza a un ulteriore contrazione grazie alla
pressione termica nel caso delle stelle, o alla rotazione e a moti interni
nel caso di galassie. Col tempo, però, il calore o il momento angolare
si dissipano e l'oggetto comincia a contrarsi se la massa è inferiore
a una volta e mezzo circa la massa del Sole, la contrazione può
essere arrestata dalla pressione di degenerazione di elettroni o neutroni.
L'oggetto si stabilizzerà nella forma, rispettivamente, di una nana
bianca o di una stella di neutroni. Se invece la massa è superiore
a questo limite, non c e nulla che possa arrestarne la contrazione e impedirle
di continuare a contrarsi. Una volta che il volume di questo oggetto sia
diminuito al di sotto di una certa grandezza critica, il campo gravitazionale
alla sua superficie sarà così intenso che i coni di luce
saranno orientati verso l'interno... .Potete vedere che persino i raggi
che riescono a uscire sono inclinati l'uno verso l'altro e sono perciò
convergenti anziché divergenti. Ciò significa che c’è
una superficie intrappolata chiusa.. Deve esserci quindi una regione dello
spazio I tempo da cui non è possibile evadere all'infinito. Questa
regione viene detta buco nero. Il suo confine è chiamato l'orizzonte
degli eventi ed è una superficie nulla formata dai raggi di luce
che non riescono per una inezia a sfuggire verso l'esterno.Quando un corpo
collassa a formare un buco nero, va perduta una grande quantità
di informazioni. Questa perdita di informazione non aveva in realtà
molta importanza nella teoria classica. Si potrebbe dire che tutta 1' informazione
sul corpo collassante era ancora contenuta all'interno del buco nero. La
teoria quantistica cambiò però tutto questo. Innanzitutto
il corpo in collasso emetteva - prima di attraversare l'orizzonte degli
eventi - solo un numero limitato di fotoni, i quali erano insufficienti
a trasportare tutta l'informazione sul corpo stesso. Ciò significa
che, nella teoria quantistica un osservatore esterno non ha alcun modo
per misurare lo stato del corpo collassato. Si potrebbe anche non attribuire
una grande importanza a questo fatto, dato che l'informazione sarebbe ancora
contenuta nel buco nero, nonostante l'impossibilità di misurarla
dall'esterno. Ma a questo punto interviene il secondo effetto della teoria
quantistica dei buchi neri.... La teoria quantistica comporta
un'irradiazione e perdita di massa dei buchi neri. Pare che essi siano
destinati a sparire infine completamente, portando con sè l'informazione
contenuta al loro interno.
Roger
Penrose su teoria quantistica e spazio – tempo
Le grandi
teorie fisiche del XX secolo sono state la teoria quantistica, la relatività
ristretta, la relatività generale e la teoria quantistica dei campi.
Queste teorie sono legate l'una all'altra: la relatività generale
tu costruita sulla base della relatività ristretta e la teoria quantistica
dei campi si fonda sulla relatività ristretta e sulla teoria quantistica.
Benché le quattro teorie menzionate abbiano avuto un successo notevole,
non sono senza problemi La relatività generale predice l'esistenza
di singolarità dello spazio - tempo. Nella teoria quantistica c'è
il "problema della misurazione". Si può ritenere che la soluzione
dei vari problemi che affliggono queste teorie si trovi nel fatto che,
prese a se, sono incomplete. Per esempio molti prevedono che la teoria
quantistica dei campi eliminerà in qualche modo le singolarità
della relatività generale.... Vorrei ora parlare della perdita di
informazione nei buchi neri, che sostengo sia pertinente a quest'ultimo
problema. Sono d'accordo con quasi tutto ciò che Stephen ha da dire
sull'argomento. Mentre però Stephen considera la perdita di informazione
dovuta ai buchi neri un incertezza di più in fisica, al di là
dell'indeterminazione della teoria quantistica, io la considero una indeterminazione"
complementare". Può darsi che una piccola quantità d'informazione
sfugga, al momento dell'evaporazione del buco nero... ma questo piccolo
guadagno di informazione sarà molto minore della perdita d'informazione
nel collasso ( in quello che io considero un quadro ragionevole quanto
qualsiasi altro della scomparsa finale del buco nero). Se, per fare un
esperimento concettuale, noi chiudiamo questo sistema in una grande scatola,
possiamo considerare l'evoluzione dello spazio delle fasi della materia
all'interno della scatola. Nella regione dello spazio delle fasi corrispondente
a situazioni in cui è presente un buco nero, le traiettorie dell'evoluzione
fisica convergeranno e i volumi che seguono queste traiettorie si contrarranno.
Di questi sviluppi è responsabile la perdita di informazione nella
singolarità nel buco nero. Questa contrazione è in diretta
contraddizione con il teorema della meccanica classica ordinaria noto come
teorema di Liouville, il quale dice che i volumi nello spazio delle fasi
rimangono costanti Lo spazio - tempo di un buco nero viola dunque
questa conservazione. A mio modo di vedere, però questa perdita
di volume dello spazio delle fasi è controbilanciata da un processo
di misurazione quantica" spontanea" in cui si guadagna informazione e i
volumi dello spazio delle fasi aumentano. Ecco perché io considero
l'indeterminazione dovuta alla perdita di informazione nei buchi neri "
complementare" all'indeterminazione nella teoria quantistica: l'una è
il rovescio della medaglia dell'altra....
Vorrei suggerire che qualcosa va storto nelle sovrapposizioni delle
geometrie alternative dello spazio- tempo che si verificherebbero quando
comincia a essere coinvolta la relatività generale. Può darsi
che una sovrapposizione di due geometrie diverse sia instabile, e che decada
in una delle due possibilità alternative.
Io chiamo questo decadere nell'una o nell'altra possibilità
alternativa "riduzione obbiettiva", che mi piace come nome perché
ha un acronimo molto bello e appropriato, OR ( che in inglese significa"
o"). Quale relazione ha con ciò la lunghezza di Planck di 10 -33
cm? il criterio della natura per determinare quando due geometrie siano
significativamente diverse sarebbe la scala di Planck, la quale fissa la
scala di tempo alla quale si verifica la riduzione nelle possibilità
alternative.
Storia
della scoperta dei buchi neri
1900
Max Plank scopre la radiazione di corpo nero.
1905
Con un articolo sulla radiazione di corpo nero, Albert Einstein
dimostra la natura crepuscolare della luce.
1915
Tramite studi spettroscopici, Walter 8. Adams scopre che la debole
compagna di Sino (cui èdovuta la lieve oscillazione del moto di
Sirio) è una piccola stella calda e densa: una nana bianca.
1916
Einstein pubblica la teoria generale della relatività, formulando
equazioni che descrivono la gravitazione.
Karl Schwarschild dimostra che esiste un valore del raggio di un
oggetto in collasso per il quale le equazioni della gravità di Einstein
diventano "singolari": il tempo sparisce e lo spazio diventa infinito.
1924
Einstein pubblica il lavoro di Satyendra Nath Bose sulla radiazione
di corpo nero, sviluppando la meccanica statistica per una classe di particelle
(tra le quali i fotoni).
Sir Arthur Eddington propone che la gravità possa strappare
elettroni dalle orbite atomiche delle nane bianche.
1925
Wolfang Pauli formula il principio di esclusione, che stabilisce
che certe particelle non possono occupare lo stesso stato quantico.
1926
Enrico Fermi e P.A.M. Dirac sviluppano la statistica quantistica
per le particelle che obbediscono al principio di esclusione di Pauli (come
elettroni e protoni). Quando vengono compresse, queste particelle si respingono
reciprocamente, dando luogo alla cosiddetta pressione di degenerazione.
1930
Sfruffando la statistica quantistica e il lavoro di Eddington sulle
stelle, Subrahmanyan chandrasekhar scopre che il limite di massa per le
nane bianche è pari a 1,4 volte la massa del Sole e ipotizza che
una stella di massa maggiore debba collassare nel nulla. Eddington si prende
gioco di lui.
1932
James Chadwick scopre il neutrone, la cui esistenza spinge molti
ricercatori a ipotizzare che le "stelle di neutroni" possano costituire
un'alternativa alle nane bianche.
1939
Ispirato da conversazioni con i colleghi, Einstein cerca di abbattere
il raggio di Schwarzschild una volta per tutte, concludendo, in un articolo
comparso in "Annals of Mathematics", che l'esistenza dei buchi neri è
impossibile.
1939
Usando i concetti di stelle di neutroni in collasso e nane bianche,
J. Robert Oppenheimer e il suo allievo Hartland 5. Snyder formulano un'ipotesi
sulla formazione dei buchi neri.
Last Updated: Marzo-13-1998
Web Author:
Michele Sacchetti
Web Assistent : Giovanni Vaccari
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