Storia della Radio
FOTO DI RADIO ANTICHE
1.1 Primi esperimenti e prime scoperte
1.2 Lo sviluppo tecnologico
1.3 Le prime trasmissioni
1.1 Primi esperimenti e prime scoperte
Le radiocomunicazioni sono il frutto delle scoperte e della cooperazione di
numerosi scienziati e tecnici appartenenti a diversi paesi.
Faraday, all'inizio del XIX sec., studiò le interazioni elettriche e
magnetiche, non tanto come azione a distanza, quanto sotto il profilo di
campi di forza prodotti da cariche elettriche e da magneti; scoprì che
i campi elettrici possone essere indotti da campi magnetici variabili.
Pochi anni dopo Maxwell, traducendo in forma rigorosamente matematica le
idee di Faraday, fornì le basi della moderna teoria dell'elettromagnetismo,
con il famoso " Trattato dell'elettricità del magnetismo" (1873).
Maxwell sostenne che le onde elettromagnetiche hanno la stessa natura
delle radiazioni visibili, cioè della luce, e che si propagano con la
medesima velocità di 300.000 Km/s, subendo fenomeni di riflessione e
rifrazione del tutto analoghi a quelli luminosi.
Le onde luminose sono molto corte, mentre le altre, più lunghe, sono quelle
che oggi chiamano "radioonde".
Il termine "radio", derivato da "radiazione", fu adottato in una conferenza
svoltasi a Berlino, in Germania, nel 1906, con riferimento alle comunicazioni
mediante onde elettromagnetiche.
Nel 1887 le teorie di Maxwell riavettero una conferma sperimentale dal fisico
H.Hertz che riuscì a produrre e a rivedere le onde elettromagnetiche,
denominate appunto onde hertziane.
Con l'ausilio di un rocchetto di Runkorff e di un particolare spinterometro,
Hertz realizzò il prototipo di un'oscillatore capace di irradiare un'onda
elettromagnetica che poteva essere rilevata a breve distanza, ottenendo
scintille tra le due punte affacciate di una spira metallica ad anello
semiaperto.
Hertz perfezionò notevolmente la parte sperimentale e sucessivamente,
assieme ad Augusto Righi, riusci a riprodurre in laboratorio , per
le onde elettromegnetiche, quei fenomeni di riflessione, rifrazione e
difrazione che caratterizzano la luce.
Il metodo a scintillazione adottato da Hertz per rivelare e quindi per
ricevere a distanza le onde elettromegnetiche, era assai poco sensibile
per applicazioni di pratica utilità.
Nel 1884 Calzecchi-Onesti osservò che la conducibilità, molto scarsa
della limatura di ferro, aumenta fortemente sotto l'azione di un'onda
di tipo hertziano e che basta una perturbazione meccanica (un urto) per
riportare la limatura nelle condizioni di scarsa conducibilità.
Nel 1890 Branly sfruttò questo principio per costruire il primo tipo di
rivelatore Coherer, a quei tempi indispensabile per rivelare delle onde
elettromegnetiche ad una certa distanza dall'emittente.
Alla scoperta del Coherer, si aggiunse la messa a punto di antenne
rudimentali ad opera del russo Popov e contemporaneamente e
indipendentemente dell'italiano Marconi, che perfezionò e rese veramente
efficenti le antenne rice-trasmittenti.
E' del 1896 il primo esperimento di messaggio radiotelegrafico ricevuto da
Popov con un ricevitore (sostanzialmente costituito da un'antenna, un Coherer
e un ricevitore telegrafico Morse) posto a 250m dal trasmettitore e separato
da numerosi muri.
Nello stesso anno
Marconi
effettuava con un'apparecchiatura analoga i famosi
esperimenti di Pontecchio, durante i quali trasmise segnali percepibili fino
a 2400m di distanza.
Gli studi ed i perfezionamenti della radio proseguirono a ritmo sostenuto,
tanto che nel 1898 i trasmettitori Marconiani riuscirono a raggiungere la
portata di circa 50Km.
Nello stesso anno, a soli 24 anni, Marconi vendette la prima stazione radio
commerciale sulle coste Irlandesi.
Nel 1900 lo studioso italiano riuscì ad inserire un rudimentale circuito
di sintonia sia nel trasmettitore che nel ricevitore: con questi
accorgimenti tecnici le onde radio generate artificialmente riuscirono a
raggiungere distanze enormi, superando i 300Km.
Nel 1901 Marconi lanciò il primo messaggio radiotelegrafico attraverso
l'atlantico, da una stazione trasmittente situata in Cansvaglia.
Naturalmente i successi dell'inventore italiano interessarono altri
scienziati che cominciarono a studiare l'apparecchiatura contribuendo a
svilupparla ulteriormente apportandovi continui miglioramenti.
Uno dei grandi limiti dell'invenzione di Marconi risiedeva nel fatto che si
potevano inserire solamente impulsi adatti per il codice Morse, cosa che
era inadatta per la trasmissione dei suoni.
Nel Dicembre del 1900, usando un trasmettitore a scintilla Fessenden
riuscì a trasmettere un breve messaggio fonico: per la prima volta nella
storia del pianeta la voce dell'uomo poteva udirsi a diveri chilometri di
distanza viaggiando a cavallo di onde elettromagnetiche.
Sei anni dopo ancora Fessenden realizzò quella che è considerata la
prima trasmissione radiofonica della stroria: parole e musica vennero
udite nel raggio di 25Km dalla trasmittente situata a Brant Rock sulla
costa del Massachusetts.
Nel 1915 la trasmissione radiofonica era una realtà capace di varcare i
confini oceanici.
Intanto, nel 1916, Marconi decise di riprendere gli studi sulle onde corte
potendo utilizzare apparecchiature elettroniche meno artigianali di quelle
dei suoi primi esperimenti.
Fu nel 1923 che si constatò la possibilità di impiegare le onde corte per
la trasmissione a lunga distanza.
In quell'anno infatti, l'americano Conrad riuscì a costruire un ripetitore
per il trasferimento dei programmi emessi dalla stazione KDKA, di
Pittsburgh, in Pensylvania, alla stazione KDPM situata a 160 Km
didistanza, nella città di Cleveland nell'Ohio.
Segnali emessi da una stazione trasmittente a onde corte di maggior
potenza furono raccolti dalla BBC a Londra, cioè a 5600Km di distanza.
Nel 1924 la radiocomunicazione a onde corte era ormai perfezionata al
punto che Marconi potè realizzare la prima trasmissione dall'Inghilterra
all'Australia.
Sempre nello stesso anno Appleton riuscì a spiegare perchè le
radioonde seguono la curvatura della superficie terrestre.
Egli scoprì l'esistenza di una fascia "ionizzata" - la ionosfera - che
circonda il globo ad un altezza di 60 Km.
La ionosfera si comporta come uno specchio che riflette le radioonde a
distanza di varie centinaia di chilometri dal punto di emissione.
Poichè anche la superficie terrestre riflette le radioonde, queste possono
rimbalzare tra i due strati per migliaia di chilometri.
1.2 Lo sviluppo tecnologico
Il vecchio coesore (Coherer) stava cominciando a mostrare tutti i suoi limiti.,
primo fra tutti quello di dover scuotere la polvere presente nel tubetto di
vetro per poterla portare in condizioni di "ricezione".
Fu nel 1901 che fu introdotto come componente della radio da Braun.
Cinque anni più tardi l'americano Dunwoody brevettò l'uso del cristallo di
carborundum come rivelatore e nello stesso anno un'altro ingegnere Pickard
utilizzò cristalli di silicio.
Per quanto critici nel loro uso questi nuovi tipi di detector permisero la
diffusione dei primi apparecchi riceventi per uso domestico.
Altri metalli furono usati a questo scopo come la famosa "galena", il minerale
da cui presero il nome i primi "radioamatori
": i "galenisti".
Comunque l'ingegno dei tecnici di allora che si occupavano della radio era
ben fornito anche se i risultati, per quanto funzionali, facevano sembrare la
radio più un ibrido srumento elettromeccanico che uno elettronico.
Nel 1889 Tesla e Thomson brevettarono un nuovo tipo di alternatore
modificato nel 1903 da Reginal, Fessenden e Steinmez che progrettarono un
alternatore capace di generare corrente alternata alla potenza di 1Kw e con
frequenza di 50KHz per applicazioni di radiotrasmissione.
In pochi anni la tecnologia stava affinando le sue capacità costruttive di
alternatori di grandei potenze e alte frequenze.
Nel 1904 lo scienziato inglese Fleming ideò il diodo e due anni dopo, nel
1906, l'ingegnere americano De Forest inventò il triodo.
Entrambi, detti
valvole termoioniche
o tubi elettronici, rappresentarono
l'invenzione che sarebbe stata regina incontrastata per anni nel settore
elettronico.
Fino alla seconda guerra mondiale le radio (vedi
prime radio
)erano pesanti e ingombranti a
causa delle grosse valvole termoioniche.
Solo con l'introduzione del transistore (vedi
nuove radio
) le dimensioni dei ricevitori si sono
porogressivamente ridotte, fino a raggiungere in questi ultimi anni dimensioni
veramente sorprendenti: è possibile oggi avere una radio con due possibilità
di ricezione, sia in AM che in FM, non più grandi di un pacchetto di
sigarette.
Un'altro grosso progresso nella riduzione e nella versatilità dell'aparecchio
radioricevente è stata l'introduzione dell'alimentazione mediante batterie
sostituibili.
Verso il 1913 Meissner, Armstrong e Franklin scoprirono che il triodo è in
grado di eccitare un circuito oscillante.
Con questo circuito si poterono realizzare nuovi trasmettitori in sostituzione
dei precedenti.
I progressi tecnici dell'elettronica, in particolare il perfezionamento sia delle
valvole sia dei circuiti portarono negli anna '30 a un notevole sviluppo dei
radioricevitori.
Verso il 1930 fu introdotta anche l'alimentazione dei ricevitori in corrente
alternata mediante un circuito radrizzatore.
Negli stessi anni Armstronge introdusse la supereterodina.
Già nel 1906 Fessenden aveva ideato la eterodina per poter rivelare la
presenza di un'onda elettromagnetica non modulata.
Francesco Magni aveva ulteriormente perfezionato questo dispositivo
preconizzando appunto l'avvento della supereterodina.
Il principio della supereterodina è ancora oggi universalmente adottato in
radiofonia e nel sistema televisivo.
Queste e altre scoperte di Armstrong sono alla base di molti circuiti di
moderni apperecchi radio-radar.
Gli enormi progressi raggiunti nella tecnologia delle comunicazioni radio
dopo la seconda guerra mondiale hanno contribuito a rendere possibile
l'esplorazione dello spazio, e in particolare lo sbarco sulla Luna delle missioni
Apollo (1969-1972); sofisticate apparecchiature trasmittenti e riceventi
facevano parte del sistema di comunicazioni compatto, ad altissima
frequenza, installato a bordo dei moduli di comando e dei moduli lunari.
1.3 Le prime trasmissioni
Superata la fase delle trasmissioni pioneristiche, la radio conobbe
immediatamente un rapido sviluppo soprattutto negli Stati Uniti e nei paesi
del nord Europa.
La prima trasmissione viene datata al 24 Dicembre 1906 per opera di Reginal
Fessenden, ma la nascita della prima stazione radio con trasmissioni dedicate
al "pubblico" si colloca nel 1919, per opera di un ingegnere della
Westinghouse, Frank Conrad, che iniziò una serie di trasmissioni dal suo
garage di Pittsburg e nel 1929, in un emporio della città, vendeva alcuni
rudimentali ricevitori.
In poco tempo in negozio vendette tutte le apparecchiature che aveva a
disposizione.
Tutto ciò non era sfuggito al vicepresidente della Westinghouse che pensò
immediatamente di utilizzare parte della catena di montaggio, che durnte la
guerra aveva fabbricato apparati per le forze militari, al fine di produrre radio
ricevitori da destinare per usi casalinghi.
Contemporaneamente affidò a Conrad e al suo assistente Donald Little una
stazione radio realizzata all'interno degli stabilimenti della Westinghouse, in
modo da poter iniziare regolari trasmissioni: era nata la prima emittente
radiofonica (KDKA).
Il 2 Novembre del 1920 la KDKA trsmise in diretta il secondo turno delle
lezioni presidenziali statunitense e sebbene si calcola che gli apparecchi
sintonizzati fossero tra i 500 e i 1000, all'avvenimento fu data una grande
risonanza tale da far scattare la corsa alla costruzione di nuove stazioni e la
progettazione e la vendita di nuovi apparati riceventi.
Poco tempo dopo la Westinghouse aveva costruito altre stazioni a New York
a Chicago e a Springfield e sul finire del 1922 aveva annunciato la
costruzione di altre 6 stazioni.
Diversa si presentò la situazione in Italia; mentre in America si era scatenata
la corsa alla radiodiffusione, in territorio italiano si discuteva ancora
sull'opportunità di varare la radiodiffusione a uso civile poichè questa era
considerata uno strumento di uso esclusivamente militare.
Diversi tentativi furono fatti anche prima della guerra, come il progetto di
Carlo Schanzer del 1910 presentato dal ministro delle poste telegrafi
Augusto Ciuffelli, durante il governo Luzzatti.
In sostanza si chiedeva che le radio trasmissioni fossero annoverate
nell'ambito dei servizi pubblici, ma la legge 345 del Giugno 1910 considerava
la nuova tecnologia riserata esclusivamente ai militari.
Passata la guerra le cose non cambiarono e nemmeno con il regime fascista:
Mussolini infatti era piuttosto diffidente verso le incredibili potenzialità
commerciali e propagandistiche che la radio aveva in sè; al contrario il padre
di Galeazo Ciano, Costanzo, allora ministro delle poste, promosse lo
sviluppo di numerosi progetti per la radiodiffusione.
Finalmente nel 1924 si completò la prima stazione trasmittente da parte
dell'URI (Unione Radiofonica Italiana), un'altra società costruita da Marconi,
dopo la "Radiofono"; sei anni dopo furono terminate anche le emittenti di
Milano e Napoli.
A questo punto Mussolini comprese l'importanza del nuovo media e fu
costituita una nuova società, la famosa EIAR, che assorbì l'URI e furono
costruite nuove e più potenti stazioni a Roma, Genova, Firenze, Napoli,
Palermo, Trieste e Torino.
Si calcola che nel 1926 gli abbonati all'URI fossero circa 26.000 e nel 1928
erano saliti a 62.000.
Ma se il regime aveva dato una brusca accelerata allo sviluppo radiofonico,
ben presto si rese conto che non bastava costruire nuove emittenti poichè ciò
che era rimasto statico era il numero degli abbonati, a causa dell'elevato
costo dei ricevitori.
Bisogna considerare che agli inizi degli anni '30 il prezzo medio di una radio
era attorno alle 2.000 lire e il reddito annuo medio era ancora al di sotto delle
3.000 lire.
Si capisce allora come la radio in Italia fosse un bene estremamente costoso
alla portata della sola alta borghesia.
Nel 1937 si incominciarono a produrre apparecchi di ottima qualità al di
sotto delle 1.000 lire e questo comportò un aumento del numero degli utenti
radiofonici.
Durante la seconda guerra mondiale la radio assunse un enorme potenziale
propagandistico sia a uso interno che internazionale e a tale scopo fu creata
"Radio Urbe".
Inoltre la guerra pose fine all'EIAR che al termine delle ostilità prese il nome
attuale di "RAI" (Radio audizioni Italiane).