VECCHIE TECNOLOGIE DELL'APPARECCHIO RADIOFONICO
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4.1 Introduzione storica-tecnologica
4.2 Il primo ricevitore
4.3 Nuove tecnologie per la costruzione dei ricevitori
4.4 I progressi avvenuti nel ventesimo secolo
4.1 Introduzione storica-tecnologica
G.Marconi (1874-1937) scienziato ed inventore italiano concepi', giovanissimo,
l'idea di usare onde elettromagnetiche per stabilire comunicazioni a distanza.
Le prime prove condotte da Marconi presentavano un generatore di onde
elettromagnetiche (oscillatore Righi) ed un rivelatore Coherer a limatura
metallica.
In seguito altri esperimenti gli permisero di migliorare la ricezione tramite
l'idea del sistema antenna-terra il quale permetteva l'interazione tra due
punti a piu' di due chilometri di distanza.
Ma i progressi del nuovo sistema telegrafico non si limitarono a questo, anzi
si ampliavano cosi' rapidamente che nel 1901 si stabili' il primo collegamento
senza fili che si estendeva per qualche centinaio di chilometri, ossia la
prima trasmissione radio transatlantica che collegava Poldhu a S.Giovanni di
Terranova.
Il metodo usato da Marconi nei suoi primi esperimenti era costituito da due
circuiti; un circuito oscillatore (trasmettitore) ed un circuito rivelatore
(ricevitore).
Questo ricevvitore fu ricavato dal perfezionamento delle soluzioni circuitali
precedenti: esso infatti era costituito da un detector magnetico (ottenuto
sviluppando il rivelatore di onde elettromagnetiche di Calzecchi-Onesti)
collegato con un'antenna ad un apparecchio ricevente ricavato dal telegrafo
Morse.
Per la realizzazione di questo sistema Marconi dovette servirsi di una
speciale corrente chiamata "corrente alternata", la quale per la sua propieta'
di invertire il suo verso milioni di volte al secondo, inviata da un
apparecchio trasmettente, riusciva a polarizzare un'antenna atta alla
"conversione" della corrente alternata in onde elettromagnetiche, le quali si
propagavano attraverso lo spazio ed i corpi solidi con una velocita' prossima
a quella della luce (300.000 Km/s).
Queste onde venivano poi captate da un'altra antenna, la quale convertiva gli
impulsi elettromagnetici in una corrente che, in seguito ad una
amplificazione, veniva captata da un telegrafo Morse.
Gli studi intrapresi per arrivare alla trasmissione del suono portarono presto
Marconi a sviluppare una nuova tecnica di comunicazione: la Radiofonia.
I primi ricevitori erano stati chiamati
ricevitori a galena
; essi erano
formati esclusivamente da un demodulatore il quale permetteva, tramite
un semplicissimo circuito contenente pochi componenti, di demodulare segnali
modulati in ampiezza.
4.2 Il primo ricevitore
Il primo ricevitore (ricevitore a galena) presenta il seguente schema elettrico:
La prima parte del circuito e` formata da un "diodo a galena", che oggi equivale ad un diodo a giunzione pn, che
permette di selezionare il segnale modulato proneniente dall` antenna, ossia
elimina la componente negativa del segnale stesso; il nuovo segnale modulato
cosi ottenuto passa alla seconda parte del circuito R-C che permette di
separare l` informazione dalla portante rilevando i picchi formati dalla
stessa.
Il condensatore si carica direttamente rilevando l` inviluppo del segnale
modulato e si scarica tramite la resistenza quando questo decresce, ai
capi della resistenza si puo` quindi rilevare direttamente l` informazione
rappresentata dalla tensione (Vm).
4.3 Nuove tecnologie per la costruzione dei ricevitori
Il nuovo sistema quindi presentava uno schema simile a quello seguente;
il sistema era caratterizzato principalmente da un apparato trasduttore e da tre moduli:
ANTENNA
MODULO AMPLIFICATORE RF
MODULO DEMODULATORE
MODULO AMPLIFICATORE BF
4.4 I progressi avvenuti nel ventesimo secolo
La radio diffusione comincia a compiere dei passi significativi dopo il 1904,
anno in cui il Prof. Fleming dell'university college di Londra applico' la
valvola termoionica alla "stazione Marconi".
In seguito ad una amplificazione della scoperta di Fleming (la scoperta di
triodi, pentodi etc.) si diede inizio alla costruzione di apparecchi
ricevitori, definiti a sintonia variabile, su vasta scala.
Agli inizi del ventesimo secolo le prime realizzazioni, basate sul
precedente schema, presentavano delle prestazioni piu` che soddisfacenti,
ma confrontate con la tecnologia attuale individuano numerose limitazioni.
In seguito grazie alla scoperta delle proprieta` dei semiconduttori (germano
silicio) si riusci a sostituire il funzionamento delle valvole in spazi e
costi ridotti di centinaia di volte, ma con prestazioni molto piu` elevate;
nasce cosi il transistore.
Cominciava cosi la moderna elettronica che ridusse i circuiti grazie
a soluzioni circuitali come il CHIP contenente piu transistori, il quale
permise di ridurrele dimensioni dei circuiti riceventi che in seguito si
svilupparono grazie alla creaziione di nuovi metodi di demodulazione come
l`
eterodina e la supereterodina.
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