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PARCO DEL PINETO POSIZIONE E CARATTERI DEL TERRITORIO
Il parco si trova nella zona Nord-Ovest di Roma, fra i quartieri di Valle Aurelia, Balduina, e Primavalle. Anche se è difficile evidenziare con esattezza i confini per problemi amministrativi, possiamo dire di trovarci in un Parco che abbraccia circa 250 ettari. Il territorio che stiamo prendendo in considerazione, conosciuto col nome di Pineto, è costituito da una grande valle verde profondamente incisa dall’erosione dell’acqua denominata prima "bassa valle", poi Valle dell’inferno. La morfologia, caratterizzata da modesti rilievi collinari con altitudini comprese tra 70 e 95 m. s.l.m. e da valli incise dall'erosione, è legata alla costituzione geolitologica che presenta due formazioni: una sedimentaria e una vulcanica. La formazione sedimentaria è quella prevalente e affiora nelle porzioni settentrionali, centrali, orientali e meridionali del parco, è costituita da sabbie gialle con intercalazioni di ghiaie, argille sabbiose e sabbie argillose. La formazione vulcanica è costituita da tufi e affiora soprattutto nella porzione occidentale. Per quanto riguarda il clima, esso non si discosta da quello romano e presenta aspetti di transizione tra il clima mediterraneo costiero e quello temperato appenninico. La temperatura media varia da 14,8 e 15,8°C e i mesi estivi sono asciutti. La media annuale delle precipitazioni è compresa tra 810 e 940 mm; ciò mitiga l’aridità. L'area è caratterizzata da formazioni boschive che ricoprono i rilievi in cui domina Quercus suber (sughera), da popolamenti arbustivi (macchia e gariga), nelle schiarite e ai margini dei boschi, e da formazioni erbacee nelle aree pianeggianti per lunghi tempi pascolate e coltivate. Sulla base dei censimenti floristici più recenti si può affermare che quest'area ha la più alta varietà di specie vegetali nell'ambito della città. La elevata biodiversità vegetale di questo territorio si manifesta con la ricchezza di specie e di associazioni vegetali nell'ambito di un area ristretta. Il valore ambientale è elevato anche in cosiderazione dell'alta percentuale di specie autoctone, molto rare nelle aree urbane. La bellezza del territorio portò in passato (1600) alla costruzione di numerosi casali, ville e tenute nelle proprietà delle famiglie aristocratiche come: i Sacchetti, i Braschi, i Carpegna e i Torlonia. All’inizio del 1900 il territorio faceva parte dell’Agro Romano, e veniva utilizzato in gran parte per il pascolo e le coltivazioni. Nel 1954 il botanico Giuliano Montelucci, che aveva studiato la flora e la vegetazione dell'area, propose di proteggere la zona per farne un "parco naturale". |