© I.T.I.S. " G. Marconi " -- Verona, Italy

Trapianti d'organo:

 

Come sono effettuati i trapianti:

Il trapianto di fegato è abbastanza problematico poiché è un organo con una sopravvivenza molto bassa e per questo il suo espianto e il conseguente trapianto devono avvenire in un periodo relativamente breve. Oltre a questo, le operazioni chirurgiche riguardanti il fegato sono molto complesse e quindi si necessita delle équipe mediche molto specializzate. Inoltre in Italia non è permesso il trapianto da vivente a vivente, ma solamente da cadavere a vivente; la legislazione italiana in merito è arretrata e complessa rispetto ad altri paesi europei.

 

Dona al figlio in fin di vita una parte del suo fegato:

 

Nel pomeriggio di martedì 21 ottobre 1997, per un caso urgente di trapianto di fegato, il Ministro della Sanità Rosy Bindi, ha dato il suo consenso per un trapianto tra vivente e vivente, il primo effettuato in Italia. Il ministero, prima di concedere il nullaosta, ha verificato che a svolgere l'operazione fosse un professionista di chiara fama. In sostanza non si è trattato dell'autorizzazione ad un esperimento, ma ad un intervento già permesso in altri paesi, come il Giappone, la Germania, la Francia e il Belgio.

Si apre così un nuovo spiraglio di speranza in qualche cambiamento dell'obsoleta legislazione sanitaria italiana.

Questo caso è consistito nell'asportazione del fegato ad un bambino, al cui posto è stata inserita una porzione del fegato del padre (circa il 30%), l'unico modo per salvare il piccolo.

A ricevere l'organo è stato Katrak, un bambino croato di undici anni, condannato da una grave forma tumorale; a donarglielo è stato il padre, un impiegato delle ferrovie, di 42 anni.

Il trapianto, durato complessivamente quindici ore, è stato eseguito con successo dai chirurghi dell'Università di Padova, in collaborazione con il chirurgo giapponese Koichi Tanaka, che ha al suo attivo 320 trapianti simili. Se non ci saranno complicazioni, già fra quattro o cinque mesi il bambino dovrebbe riprendere una vita normale; prima però di poter considerarlo fuori pericolo sarà necessario verificare il rischio di rigetto che tuttavia è considerato ridotto, poiché gli organi che hanno subito l'intervento sono geneticamente compatibili.

Ancora più basso è il pericolo per il padre; secondo i medici, l'uomo dovrebbe ristabilirsi entro qualche settimana.L'urgenza era motivata dal fatto che al bambino rimaneva ancora poco tempo per beneficiare dell'intervento.

 

 

Costretti ad emigrare per i trapianti:

 

 

Paesi come Giappone, Germania, Francia e Belgio molte volte rappresentano l'ultima spiaggia per coloro che hanno urgenza di un trapianto del genere: n'è esempio il fatto di un padre che si è rivolto alla struttura sanitaria belga, sfuggendo ad una lista d'attesa più lunga dei tre mesi di vita che la sua bambina aveva davanti a sé. In questo modo è riuscito, donando metà del proprio fegato, a salvare la vita della sua creatura. Alla sua bambina era stata diagnosticata l'atresia alle vie biliari, che richiede il trapianto di fegato nel 99% dei casi. Dopo cinque anni di cure una grave ricaduta aveva reso indispensabile il trapianto immediato.

Anche se il trapianto è riuscito perfettamente, la bambina viene visitata periodicamente ogni anno e dovrà prendere, forse per tutta la vita, un farmaco antirigetto spedito gratis dal Belgio poiché in Italia non è disponibile.

Questo episodio mette in luce come la situazione italiana sia molto problematica e quindi vi è l'urgente bisogno di rinnovare in modo radicale la legislazione in merito.

 

 

Come ne parlano i giornali:

I mass-media descrivono e analizzano questi fatti, che creano grande scalpore, basandosi sulla mentalità dello scoop, senza cercare di sensibilizzare la popolazione alla donazione. Parlano così del gesto d'amore dei due padri dei fatti di cronaca riportati, commuovendo ed incuriosendo certamente i lettori, ma spesso senza entrare nel merito del tema relativo alla donazione.

Suscitano pertanto sicuramente interesse, ma non contribuiscono realmente alla causa comune. Questi avvenimenti, infatti, sono capaci di stuzzicare momentaneamente l'attenzione delle persone, ma poi col tempo vengono accantonati senza alcun impegno personale.

É del resto un fenomeno diffuso a molte altre problematiche. I mass-media ci forniscono una notevole quantità di informazioni e di notizie che si susseguono con una rapidità frenetica e che ci abituano a non farci carico delle questioni ad esse inerenti.

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