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La ricerca scientifica

 

Sembra che vedremo presto il giorno in cui sarà possibile "realizzare" in laboratorio un intero organo o addirittura un arto, gamba o braccio, per innestarlo nel corpo di una persona come se fosse un pezzo di ricambio di un macchinario qualsiasi.

Tra i più convinti sostenitori di questa ipotesi sono Joseph Vacanti e Robert Langer, due pionieri di quel campo sempre più vasto e integrato di conoscenze interdisciplinari che interessa medicina, chirurgia e bioingegneria, e dal quale nel prossimo futuro dobbiamo aspettarci conquiste al limite della fantascienza.

Il dottor Vacanti è un chirurgo di fama mondiale, direttore del programma di trapianto presso il Children's Hospital di Boston e specialista nel trapianto di fegato nei bambini.

Robert Langer è docente di ingegneria chimica e biomedica presso il Massachusetts Institute of Technology, uno dei templi sacri della ricerca. I due da tempo lavorano ad un progetto, la fabbricazione di tessuti cellulari, i cui esiti potrebbero mutare radicalmente gli approcci terapeutici per dozzine di patologie.

  

Le cartilagini artificiali.

 Già da anni sono in corso operazioni del genere che riguardano la cute, soprattutto nel caso di vittime di ustioni gravissime estese alla maggior parte della superficie corporea. La soluzione sembra risiedere proprio nell'epidermide " artificiale " costruita partendo da cellule-semente opportunamente trattate a livello molecolare per ridurre la probabilità di rigetto. L'ideale sarebbe usare cellule dello stesso paziente, che però impiegherebbero troppo tempo a crescere. Dove è invece possibile programmare l'autotrapianto di tessuti artificiali, le prospettive sono ancora più esaltanti. Si stanno conducendo esperimenti su tutta una serie di cellule; fra i tessuti si lavora sulle cartilagini, i tendini, i legamenti e le ossa .

La convinzione è che proprio le cartilagini saranno il prossimo campo di applicazione di questa tecnica e questi prodotti biologici finiranno per sostituire le protesi plastiche e metalliche attualmente in uso.

Altro lavoro di enorme importanza riguarda i tessuti cardiovascolari, e in particolare le valvole cardiache e vasi di piccolo diametro. Tra i tessuti di organi addominali si sta lavorando sul fegato e sul pancreas. Altre équipes stanno invece lavorando sull'apparato urologico soprattutto per la ricostruzione dei tessuti della vescica e dell'uretra affetti da tumori maligni . Tra i successi a livello sperimentale registrati dal dottor Vacanti troviamo la ricostruzione di parte di una valvola cardiaca impiantata su di una pecora.

In teoria, anche basandosi solo sulle conoscenze e sulla tecnologia attualmente a disposizione, già da oggi la scienza è nelle condizioni di coltivare in laboratorio tessuti sostitutivi di quasi tutti i corrispondenti umani. Una volta risolti alcuni problemi legati soprattutto alla produzione di polimeri ottimali per ciascun tessuto e al perfezionamento delle impalcature, è realistico pensare che questi impianti costituiranno una realtà. Si ipotizza fra dieci o vent'anni al massimo.

 

 Il difficile problema dei neuroni.

 Perché si realizzi il sogno di sostituire intere parti del corpo bisognerà prima superare un ostacolo finora insormontabile: la coltivazione in laboratorio di neuroni, le cellule che costituiscono il sistema nervoso. Ma, per quanto estremamente cauto, il dottor Vacanti si lascia andare a velati accenni che potrebbero preludere a sviluppi assolutamente clamorosi anche su questo fronte. E una volta ottenuta la riproduzione dei neuroni niente si opporrebbe alla fabbricazione di un intero arto. La struttura di ciascun sistema cellulare, dalle ossa alla pelle, verrà ricostruita usando diverse impalcature di polimeri. I tessuti cresceranno allo stesso ritmo e le cellule moltiplicandosi si differenzieranno nei compiti loro assegnati. L'arto crescerà all'interno di un bio-reattore meccanico, una campana di vetro che consentirà l'alimentazione, lo scambio di gas e l'evacuazione delle sostanze di rifiuto, oltre a mantenere la temperatura ideale.

Al passo attuale delle scoperte, gli studiosi parlano di due o tre decenni. Ma un sguardo all'accelerazione nei progressi tecnologici nell'ultimo quarto di secolo, soprattutto in relazione agli spettacolari sviluppi nella biologia molecolare, fa pensare che i tempi possono essere dimezzati.

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