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La legislazione
Il 16 dicembre 1993, dopo un lungo periodo di sollecitazioni, il Senato ha definitivamente approvato la legge sull’accertamento della morte.
La nuova legislazione é basata principalmente sulla differenziazione separazione del problema della morte da quello dei trapianti, perché si tratta di un fatto non solo biologico e sanitario ma anche ricco di risvolti giuridici, legali, sociali e etici.
Infatti l’argomento sottolineato nel
colloquio con l’A.I.D.O., la più importante associazione che si occupa di trapianti di organi, e le Commissioni Affari Sociali della Camera e Igiene Sanità del Senato é stato quello riguardante il fatto che una puntuale e rigorosa diagnosi di morte dovesse prescindere dall’eventuale espianto degli organi del cadavere.Il testo approvato quindi si caratterizza per tre particolari aspetti:
La morte di identifica unicamente con la perdita irreversibile di tutte le funzioni cerebrali, non esistono sfumature nella definizione di morte, vi é vita o morte.
La morte non subisce un accertamento finalizzato a specifici obiettivi. Il destino del cadavere non deve quindi influenzare il processo della certificazione della morte.
I criteri di accertamento verranno quindi uniformati dalle comunità scientifiche e non fissati per legge.
A questa nuova legislazione, e in particolare al punto primo, é paragonabile a quella in vigore nel 1985. A quel tempo le condizioni necessarie per l’espianto degli organi da un donatore cadavere erano:
Stato di coma profondo.
Assenza di respirazione spontanea, dopo sospensione per due minuti primi di quella artificiale.
Assenza di attività elettrica cerebrale, spontanea e provocata.
Come si denota, la mancata attività cerebrale viene inserita all’ultimo posto, preceduta dallo stato di coma e dall’assenza di respirazione che come sappiamo, date le ultime scoperte, dipendono entrambe dall’attività del cervello.
Ascolta il discorso riguardo l'identificazione della morte.