S. BIBIANA
Di origine paleocristiana (467 d.C.), la chiesa fu restaurata per il Giubileo del 1625 da Urbano VIII che ne affidò la ristrutturazione al giovane G.Lorenzo Bernini.
Bernini oltre a restaurare l'interno rifece la facciata, semplice ed elegante, con portico che nell'ordine superiore prosegue con paraste; il corpo centrale, leggermente avanzato e più alto, termina con un frontone. Opera dello stesso artista è a nche la pregevolissima statua di S. Bibiana, in fondo alla navata centrale. I dipinti della navata centrale sono di A. Ciampelli (sulla destra) e di Pietro da Cortona (a sinistra).
L'altare maggiore poggia su un'urna di alabastro che conserva i resti di S. Bibiana; questa rarissima vasca di età costantiniana proviene verosimilmente dai bagni di una ricchissima residenza, forse quella di Flaviano, padre della martire stessa.
I resti di questa residenza, emersi da lavori seicenteschi nell'area, sono riconducibili al complesso imperiale degli Horti Liciniani, che includeva anche lo splendido Ninfeo, il cosiddetto Tempio di Minerva Medica (poco distante su Via Giolitti).
Fino alla costruzione del complesso ferroviario di Termini, la chiesetta di S. Bibiana si trovava in fondo ad una suggestiva strada, fiancheggiata da cipressi, che partiva dai Trofei di Mario e S. Eusebio; i due cipressi, ancora esistenti nel giardinetto antistante la chies a, evocano la scenografia originaria e fanno rammaricare dell'attuale infelicissima posizione del monumento.


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