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di Georg Büchner

regia di Bob Wilson

musiche di Tom Waits

Romaeuropa Festival
Teatro Valle
11/12/13 ottobre 2002

  Tutto in una manciata d'anni. Georg Büchner muore a soli ventiquattr'anni, nel 1837, e scrive le sue strabilianti opere negli ultimi tre anni di vita. Tutto in una manciata d'anni.
Non ha fatto in tempo a conoscere il suo pubblico, né per "La morte di Danton", né per "Leonce e Lena", né per "Woyzeck". Rappresentazioni che verranno tantissimi anni dopo, e poi ancora in mirabili messe in scena del teatro contemporaneo.
Attuale ? Ovviamente sì, maledettamente attuale. 

"Il Wozzek di Georg Büchner… Una cosa straordinaria scritta più di ottant'anni fa… nient'altro che il destino di un comune soldato che pugnala la sua amante infedele, ma che rappresenta con forza come anche l'esistenza più misera, per la quale perfino l'uniforme di un comune fante appare troppo imponente, come perfino la recluta Wozzek sia coinvolta nella grandezza dell'esserci e Wozzek non possa impedire che ora qui, ora là, davanti, dietro, ai lati della sua anima opaca, gli orizzonti si spalanchino nel possente, nell'immenso, nell'infinito; un dramma senza pari, dove questo uomo bistrattato, nella sua giubba di stalliere, è inserito nell'universo, nel contesto infinito degli astri", così scriveva, commosso e commovente, il 9 luglio 1915 Rainer Maria Rilke a Maria von Thurn.

E' tratto da una storia vera il Woyzeck, un frammento tragico, lasciato incompleto e rimaneggiato o "rivissuto" da altri. Un frammento nel quale l'opposizione vizio-virtù è una schematizzazione che non appartiene alla natura, per un Büchner di giorno scienziato materialista e di notte autore visionario.

E Bob Wilson cosa ne farà? A che sogno o magica realtà scenica lo legherà? Come navigherà nell'abisso di Büchner ? Il programma ci dà solo alcuni spunti, ci parla della inaspettata musica di Tom Waits, ma di più vale la nostra memoria delle emozioni vissute ai suoi spettacoli, da "Einstein on the beach", in un lontanissimo Festival di Spoleto, in poi.
Vedremo quello che succederà in scena, a Roma, grazie al Romaeuropa Festival.

"Woyzeck, colpa, innocenza, meschinità, assassinio, disordine sono i temi degli eventi. Ma se si legge oggi questo dramma, si ha la pace di un campo di grano e pare che un canto popolare accompagni l'angoscia dei cuori e dei lutti. Quale forza è trascesa su questo cupo materiale umano, lo ha trasformato e lo ha reso, fino ad oggi, entusiasmante.
"Non tocchiamo il mistero dell'arte, la sua origine, la sua vita sotto le ali dei démoni. I démoni non cercano il decoro e l'accuratezza dei costumi, il loro nutrimento, predato a fatica, sono lacrime, asfodeli e sangue. Fanno voli notturni su tutte le sicurezze terrestri, dilaniano cuori, distruggono bene e felicità. Stringono legami con il delirio, con la cecità, con la perfidia, con l'irraggiungibile…". A parlare stavolta è il poeta Gottfried Benn, in un discorso tenuto in occasione del conferimento del premio Büchner nel '51.

Questi sono i frammenti di conoscenza, raccolti nella memoria, che ci portiamo in tasca andando a "vedere" il Woyzeck di Bob Wilson.

Francesco Franci

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