Scrittore francese (Marsiglia 1896 - Ivry-sur-Seine 1948).
Il suo rifiuto di «fare dell'arte», la sua scelta della vita contro
la cultura, vengono ostinatamente proclamati in una produzione letteraria e drammatica,
in cui si possono distinguere tre caratteristiche fondamentali:
1. la discontinuità - Artaud passerà da una poesia d'ispirazione simbolista (Tric-Trac del cielo, 1923) all'avventura surrealista (L'ombelico dei limbi, 1925; Il pesa-nervi, 1927) e all'esperienza congiunta della necessità dell'urlo e dell'impotenza del linguaggio (Per finire con il giudizio di Dio, 1948);
2. l'importanza dell'«azione teatrale» - attore (in teatro per Dullin, Jouvet e Pitoeff, al cinema per Abel Gance, Carl Dreyer, Pabst e Fritz Lang), scrive soggetti, fonda il teatro Alfred-Jarry (1926), e illustra (I Cenci, 1935) un'estetica drammatica che non finirà mai di precisare e che influenzerà profondamente il teatro moderno (Il teatro e il suo doppio, 1938);
3. un bisogno di comprensione, che si esprime contemporaneamente nei suoi saggi critici e in un'immensa corrispondenza (Corrispondenza con Jacques Rivière, 1927; Lettere di Rodez, 1946; Lettere a Génica Athanasiou, 1969).
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