una
drammatizzazione scritta e interpretata
dalla 3^ E della Scuola Media Statale
"Caio Titinio" di Sezze (LT) - 1995/96
Introduzione
Associazione nome-aggettivo
Fantasticando: l'acqua
forza vitale
Le musiche
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Introduzione
Con l'attività di drammatizzazione-teatro si è cercato di dare sbocco
alla libera creatività di noi ragazzi attraverso nuove forme di
espressione, in quanto la competenza comunicativa non si conquista
solo con il linguaggio orale ma anche attraverso quello gestuale
e mimico.
Sul piano didattico tale attività è diventata per noi un momento
di apprendimento dei modi sociali per sperimentare il funzionamento
del gruppo.
La classe ha legato l'attività teatrale al tema dell'acqua, in quanto
si è avvertita l'esigenza di considerare un elemento così importante
della nostra vita, non solo sotto l'aspetto scientifico ma soprattutto
sotto quello fantastico e creativo per stabilire con esso un rapporto
di vitalità.
Il lavoro ha preso il seguente titolo: Fantasticando: l'acqua forza
vitale.
È stato prodotto da noi ragazzi un elenco di nomi riguardanti
l'acqua.
I sostantivi individuati e scelti tra quelli proposti sono stati legati
ad un aggettivo che esprimesse sensazioni più immediate.
Dall'associazione tra nome e aggettivo sono scaturite delle idee-stimolo,
a cui ha fatto seguito la costruzione di racconti individuali,
da cui sono state estrapolate le idee-immagini piu significative.
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Associazione
nome-aggettivo
- fiume magico - mantello dorato capelli dorati
- acqua chiara, purificatrice, guaritrice
- acqua ritmo vitale - salice piangente
- acqua parlata, miracolosa, fiume nero, arcobaleno sfumato
- cascata trasparente, invisibile, gioco festoso di bambini
- sorgente naturale fresca... (personificazione)
- fiume abbandonato (personificazione)
- ruscello limpido
- acqua fonte della giovinezza, bellezza, vita eterna
- fiume triste, morente
Da tale lista di idee sono state individuate le seguenti sequenze
- Fiume abbandonato
- Lamento del fiume
- Gioco di bambini
- Acqua trasparente
- Salice piangente
- Acqua - Ritmo vitale
- Acqua perlata
- Acqua guaritrice, portatrice di luce
- Fonte di giovinezza, bellezza
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Fantasticando:
l'acqua forza vitale
Un luogo così incantevole ed incantato non si era mai visto: alberi
vestiti di un verde smeraldo, erba fresca di rugiada, animali scattanti e saltellanti.
Tra i verdi prati c'era un fiume dalle acque trasparenti, perlate,
che brillavano di un giallo primario ai raggi del sole, rimandando
nell'aria circostante uno sbirluccichio di stelline lucenti.
A completare questo spettacolo della natura c'erano i bambini,
con le loro urla, il loro rincorrersi, i loro giochi d'acqua.
Quest'ultima pareva divertirsi con loro attraverso spruzzi lanciati
in aria che, ricadendo sulle chiome dei fanciulli, le imbrillantavano.
Tutto esprimeva gioia, voglia di vivere: c'era intorno una forza
vitale incontenibile, che scaturiva da ogni elemento della natura.
E fu proprio questa forza che si impossessò del fiume, tanto da
farlo uscire dal suo comodo letto per partecipare all'allegro girotondo
dei bambini.
Fu un momento dapprima di meraviglia, che si leggeva tutta negli
sguardi dei fanciulli, poi di magia: le chiome degli alberi ondulavano
delicatamente come eleganti ballerine classiche, il fiume così
maestoso era diventato il gigante buono agli occhi dei bambini, che
con i loro cori diffondevano nell'aria note leggere che producevano
un accordo perfetto.
Ma ecco, all'improvviso si avverti, dapprima lieve, poi sempre
più intenso e ravvicinato, un sibilo, a cui seguì un tuono e un rombo
non bene identificabile.
L'aria così tersa e lucente, cominciò ad ottenebrarsi, le chiome
degli alberi smisero di ondulare irrigidendosi, i bambini affievolirono
le loro voci e, guardandosi stupiti attorno, iniziarono a disperdersi,
cercando riparo dietro il tronco protettore degli alberi; il fiume,
un momento prima così maestoso, fu preso da un tremito crescente
e incredulo si rifugiò nel suo letto.
La realtà era tutt'altra: non più il verde smeraldo, ma il viola
cupo del cielo, che si rifletteva su ogni elemento della natura.
Persino il viso dei bimbi, così rosso un momento prima, aveva
assunto un colore plumbeo come l'acqua del fiume.
C'era intorno un'aria greve, carica di tensione.
Solo il sole ebbe la forza di affacciarsi ma lo fece timidamente,
prevedendo forse lo spettacolo che gli sarebbe apparso.
Alla sua luce, nulla sfuggì di quello spettacolo orrendo: l'erba
imbrattata di lamiere, oggetti di plastica abbandonati qua e là, alberi
dalla chioma bruciacchiata, buste che si lasciavano oziosamente
trascinare dalle acque scombussolate del fiume, il cui colore non
era più di un azzurro brillante, ma di un blu cinereo, interrotto qua
e là dalle macchie rosse di lattine, buttate da chissà quale mano
invisibile.
Una cosa era sicura: non erano state certo le mani dei fanciulli a
provocare quello scempio.
Ma tutto fu chiaro subito: l'adulto aveva voluto lasciare la sua
impronta di superiorità sulla stupida e inerte natura; aveva voluto
lasciare i suoi reperti, fatti di plastica, rottami di ogni genere, che
facevano bello lo spettacolo sulla natura mortificata e avvilita.
Il sole allora puntò la sua lampada sui protagonisti e li vide scorrazzare
sui prati, incuranti dell'ambiente, presi da una gran voglia
di distruggere quanto trovavano di naturale.
Avevano un solo rispetto, quello del loro egoismo.
Chi li avrebbe fermati?
Chi li avrebbe fatti riflettere?
Chi li avrebbe mortificati?
La loro forza mortale poteva soffocare quella vitale?
Fu allora che dietro i tronchi degli alberi, si ricompose quel coro
armonico.
Dapprima lieve, man mano sempre più prorompente.
I fanciulli uscirono dai loro nascondigli e con grande determinazione
inziarono a liberare dal sudiciume quel posto, poco prima
così incantevole.
Gli uomini si tirarono indietro, si guardarono sbigottiti e un po'
avviliti, senza rendersi ben conto di quanto stesse accadendo.
I bambini, senza arrendersi, continuarono nella loro opera di pulizia
con tenacia.
Il sole quel giorno non andò a dormire; finché ce ne fu bisogno
assistette i fanciulli con la sua luce.
Quando tutto fu riportato allo stato naturale i bambini si sdraiarono
sul prato, esausti ma soddisfatti.
Gli uomini erano rimasti a guardare ma nel frattempo avevano
anche riflettuto.
Si avvicinarono accuratamente ai fanciulli, ormai addormentati,
e delicatamente li coprirono con i loro indumenti.
Venne l'alba e i bambini, stropicciandosi gli occhi e stiracchiandosi,
si risvegliarono, si guardarono attorno e sbigottiti si videro
davanti quegli adulti che fino ad allora si erano dimostrati così tanto
insensibili nei confronti della natura.
E proprio quegli stessi uomini con un gesto esemplare e significativo,
accesero un grande falò con i rifiuti raccolti dai bambini e
tutti, tenendosi per mano, formarono un grande cerchio, convinti
che aiutare la natura è anche rispettare se stessi.
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Le musiche
Apertura sipario: l'incontro della natura: Le fontane di Roma (Respighi).
Entrata dei bambini: Marcia di Soldatini (Piernè).
Momento di sorpresa per la personificazione del fiume: Le fontane di Roma (Respighi).
Personificazione del fiume e giochi d'acqua: Moldava (Smetana).
Momento di meraviglia: La mer (Debussy).
Momento di tensione: Petruscka (Igor Stravinski).
Lamento del fiume: La morte del cigno (C. Saint-Saens).
Ritrovata serenità: Valzer dei Fiori (dallo Schiaccianoci di Ciaikoski).
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