Recenti studi di biochimica della vita
il mago

La vita deve pur aver avuto inizio in qualche luogo e tempo; forse sulla terra è stata inviata dagli spazi siderali?

Comunque sia, deve essere stata originata da iniziali semplici molecole che si possono trovare ovunque nell'Universo.

Le uniche cose che realmente conosciamo sono i nostri pensieri sulle cose allora perché non sperimentarli?

Così ragionò il biochimico russo Alexander Jvanovic Oparin nel 1938, il quale per studiare nuove ipotesi sull'origine della vita volle mettere alla prova sperimentale una antica credenza della cultura della Magna Grecia, per la quale il dio Giove Pluvio avrebbe fecondato la madre terra con i suoi fulmini. Oparin decise infatti di fare un esperimento di chimica "prebiotica"(prima del bios=la vita), cercando di capire come poteva essere nata, dalla chimica inorganica, la biologia dei sistemi viventi.

Egli simulò sperimentalmente le condizioni ambientali così come avrebbero potuto essere sulla terra nel mare e nella atmosfera miliardi di anni fa, quando ancora non era comparso alcun essere vivente.
Per simulare tale ambiente primordiale introdusse in un pallone di vetro da laboratorio prodotti chimici inorganici, quali acqua, sale, ammoniaca, gas metano, compreso uno scintillatore elettrico che simulava i fulmini, ritenendo che dovessero essere numerosi sulla terra miliardi di anni fa, quando ancora le piante non avevano prodotto l'ossigeno che respiriamo oggi.

Ebbene Oparin per primo, e poi molti altri scienziati tra cui il naturalista americano Stanley Miller (1953), sono riusciti ad ottenere, scuotendo e scintillando con molteplici scariche elettriche questo brodo primordiale artificiale, numerose proteine (da protos = primo elemento della vita biologica) e, per successive elaborazioni ditale esperimento, sono riusciti ad ottenere anche alcuni pezzi della doppia elica del DNA.

Nessuno è ancora riuscito ad utilizzare questi prodotti per generare nulla di simile ad un essere vivente, neanche a un microbo od un semplice virus.

In sintesi, cosa possiamo dire ora, allo stato delle conoscenze acquisite sulle scienze della vita e sulla loro storia?

Il problema dell'origine della vita non può essere separato da quello dell'origine biochimica del codice genetico, ma la grande sfida resta: non sappiamo nulla di cosa sia e di come venga utilizzata l'informazione che caratterizza la codificazione informativa del codice genetico.

Se la vita e l'uomo sono nati per caso, per assenza di cause, l'esistenza di una informazione sulla vita non sarebbe stata mai descritta in nessun luogo e tempo.

Il filosofo Herbert Spencer disse a proposito dell'inevitabilità del divenire evolutivo della natura:

"L'evoluzione non è un fatto contingente, bensì una necessità. Esso è parte della natura."

La teoria della evoluzione infatti è forse l'unica delle teorie scientifiche ampiamente accettata, non per la sua evidenza empirica, ma perché ogni altra interpretazione avrebbe escluso il divenire nel tempo.

Ma cosa sono l'informazione ed il tempo in natura?
Come la natura riconosce l 'informazione che genera la vita e come conosce il tempo della nascita e della morte?

Queste sono le domande di sempre nella storia dell'uomo che la scienza contemporanea lascia ancora irrisolte, in attesa di nuove idee ed intuizioni.