La concezione animistica
il mago

Le concezioni sul significato della vita si sono profondamente modificate durante la storia anche se permangono ancor oggi forti tracce linguistiche delle antiche credenze.
Le prime concezioni intuitive fùrono animiste: l'anima dava la vita alla materia ovunque fosse in movimento ed in mutevole cambiamento.

L'universo era allora concepito come animato e vivente: le stelle dello Zodiaco venivano raggruppate in figure di animali (in greco zodion significa figura animata) e di divinità, che ancora oggi permettono, a chi crede che tali intuizioni antiche abbiano un fondamentale valore, di proporre previsioni sulla nostra vita in funzione dell'andamento del moto celeste.

Prima dell'avvento delle religioni monoteiste, i popoli antichi ritenevano che il vivente fosse animato da spiriti e divinità protettrici della vita garanti delle finalità dell'esistenza. Infatti non è mai stato facile concepire la vita psichica senza l'esitenza di un fine (in greco telos) rappresentato dalla immortalità dell'anima.

La teologia nella maggior parte delle religioni ha come fondamento ancora oggi l'eternità dell'anima quale finalità ultima della vita.
Ogni cosa che la natura crea è in funzione di uno scopo, e quindi la previsione delle finalità individuali poteva essere dedotta dagli influssi magici delle stelle e dei pianeti che fanno parte del fine ultimo di un mondo animato in tutte le sue parti. (Ricordiamo ad es. che l'aggettivo magico deriva da "magi", persone considerate capaci di prevedere anche l'allora imprevedibile moto delle comete nel cielo).

Nella concezione animistica della vita i fenomeni erano considerati dal punto di vista qualitativo. Nella cultura originatasi nella Magna Grecia si ricorda ad esempio che Filistione di Locri (IV sec. a.C.) descrisse il mondo come un organismo vivente in cui micro e macrocosmo avevano la stessa intima struttura come qualità e fine.
Tutte le sostanze erano composte da Terra, Acqua, Aria e Fuoco, così in cielo i segni dello zodiaco furono considerati il frutto della combinazione degli stessi elementi primordiali. La qualità e non la quantità caratterizzava primariamente gli eventi in cielo ed in terra: da qui lo sviluppo dell'alchimia, come scienza dell'uomo.

Filistione infatti per sottolineare come la qualità degli elementi fosse più utile per spiegare i fenomeni, scrisse: "Le febbri si spiegano meglio con la qualità del caldo che non con la materia del fuoco".

Simili sono il fuoco e l'aria che si dirigono verso l'alto; opposti l'acqua e la terra perché si dirigono verso il basso e in quanto con l'acqua (e anche con la terra), si spegne il fuoco e si può far uscire l'aria da un recipiente. Anche le loro qualità erano simili a coppie (caldo - secco), (umido - freddo) od opposte, generando affinità o discordia, qualità primarie: dall'amore si generava la vita e dall'odio la morte.

I primi medici-filosofi come Empedocle di Agrigento (500-430 a.C.) ed Ippocrate di Cos (460-370 a.C.), distinsero tra animismo e vitalismo.

Considerarono anima vitale quella degli esseri capaci di riprodursi, vegetativa delle piante, sensitiva degli animali e razionale dell'uomo.
Tutti i viventi erano considerati figli della madre terra (Gea) che li nutriva: il curarsi con le erbe e le piante, fu conseguenza logica di tale distinzione.
Ricordiamo infatti che prima di questi grandi medici che iniziarono lo sviluppo della scienza, la medicina era stata esercitata da astrologi e stregoni che per le loro cure utilizzavano riti e filtri magici nonché pietre e monili metallici portatori di influssi benefici.