ORIGINI

Il viaggio di Cristoforo Colombo è stato, com’è noto, anche viaggio verso "il mondo delle spezie" e la scoperta dell’America è stata anche involontariamente "scoperta del peperoncino" che avrebbe modificato il regime alimentare, la sensibilità e l’ideologia alimentari delle popolazioni dell’antico mondo. E’ legittimo supporre che in Europa il Capsicum (dal latino Capsa, cioè scatola riferito alla bacca che contiene i semi)fosse del tutto sconosciuto.

Nel 1514 Colombo torna dalle Americhe con le tre caravelle colme di preziosi prodotti,

tra i quali una grande quantità di Chili, come veniva chiamato nelle Americhe il peperoncino.

Colombo lo importa da Haiti, ma era coltivato anche in Brasile e in Giamaica forse addirittura in epoca Precolombiana, visto che ne sono state trovate testimonianze su alcune sculture di pietra Tolteche.

DIFFUSIONE

Nel vecchio continente il Capsicum riscuote un immediato successo per il suo gusto, per la sua qualità di conservare i cibi e perché era conveniente.

Le coltivazioni si diffusero nel sud Italia e nel nord- Africa, ma presto la fama delle spezie si diffuse anche nell’Europa Orientale; in Ungheria, polverizzate e denominate

Paprika; in India, ( il Curry, per esempio, non è altro che una polvere aromatizzata a base di peperoncino rosso);in Cina , dove diventa l’ingrediente principale per una salsa saporita.

PEPERONCINO : SIMBOLO DELLA CALABRESITA’

I peperoni e i peperoncini ( presenti con diverse grandezze, qualità, denominazione, in tutte le zone della Calabria), adoperati da soli ( crudi, bolliti, arrostiti, fritti, conservati con l’olio), come essenze (in maniera più o meno eccessiva, a seconda delle diverse zone, negli insaccati di maiale), come conservanti, o anche con funzione terapeutica, si affermeranno come simboli della calabresità.

Anche presso i calabresi emigrati nelle mille città del mondo, l’orgoglio delle proprie origini è orgoglio di una sensibilità alimentare basata su odori e sapori forti, caratteristici, particolari.

Numerosi studiosi di storia e antropologia alimentare hanno tentato di spiegare come l’uso del peperoncino sia generalmente legato a regimi alimentari monotoni, vegetariani, carenti di proteine animali. Il peperoncino, infatti, da un lato sembra stimolare l’appetito in individui inappetenti a causa di un’alimentazione scadente, dall’altro creerebbe un’illusione di sazietà e di benessere alimentare in soggetti costretti ad un regime alimentare erbivoro ingombrante e poco nutriente.

Come dimenticare che erbe e legumi costituivano la massa alimentare dei calabresi? Una cucina "forte", dunque, per persone tenaci. Il peperoncino, alimento forte, pertanto, ben si adatta a quella che da sempre è stata l’immagine del calabrese guerriero, forte, tenace, testardo, vigoroso e virile.

Nella odierna cucina calabrese è raro trovare un piatto, fresco o conservato, in cui non appaia, in dose moderata o esagerata, il peperoncino fresco o essiccato e macinato.

La tipicità alimentare calabrese è impensabile senza l’uso del peperoncino.

E non solo alimentare i prodotti e i preparati esterni, di recente introduzione o invenzione

(si pensi alle diverse specie di paste, dalle lasagne, agli gnocchi) diventano calabresi, alla

calabrese, perché toccati con il peperoncino.

BENEFICI TERAPEUTICI

Trattamenti polmonari e bronchiali

Espettorante

Previene e allevia le bronchiti cronache e gli enfisemi

Decongestionante

Risolve gli emboli

Antidolorifico

Induce euforia

Uso come analgesico dentale

Contro la congiuntivite e gli infiammi oculari

Antiparassita intestinale

Antinvecchiamento

Incrementa la fertilità

Facilita il mestruo

Induce l’aborto

Afrodisiaco - Vaso dilatatore

Antiartrosi

Patologie vascolari

Elisir di lunga vita

Anestetico

La capsaicina deprime il colesterolo ed i triglicedi, e supera l’effetto di danno per l’alimentazione ricca di grassi.

EFFETTI NEGATIVI

Ulcera

Emorroidi

Cancro, in piccole dosi blocca il degrado cellulare, in alte dosi ha l’effetto opposto.

 

 

 

 

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Bibliografie

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