19 luglio 1943:
bombardamento
di San Lorenzo 

"Era mattina, si sentì lo squillo delle sirene subito dopo un forte rumore di aeroplani e poi l’inizio dei bombardamenti" questo è quello che mi disse mia sorella. Nessuno se lo aspettava anche se io avevo letto dei volantini lanciati dagli aeroplani che dicevano che Roma sarebbe stata bombardata. Io non credetti al volantino perché Roma era stata dichiarata città aperta essendoci il Vaticano e anche perché a Roma facevano le prove dei bombardamenti .Quel giorno io ero a lavorare a Via Bocca di Leone e mi sembrava che non fosse accaduto nulla. Verso le due sono andata a prendermi un caffè e ho saputo che San Lorenzo il mio quartiere era stato bombardato.Di corsa a piedi, perché i mezzi non circolavano, arrivai a San Lorenzo. Entrata nel quartiere a piazza Tiburtina la distruzione era così tragica che i binari del tram erano stati rivoltati in aria.Via Tiburtina e le strade adiacenti avevano i palazzi crollati ed era stato bombardato maggiormente il Verano.Arrivata a casa la trovai sana ma trovai mia sorella che mi disse che mia madre e mio cognato erano stati portati all’ospedale. C’era un caos indescrivibile, verso pomeriggio arrivarono i soccorsi soprattutto del Vaticano e venne anche il Santo Padre Pio dodicesimo per aiutare la popolazione moralmente e materialmente e vide che anche la Basilica di San Lorenzo era stata gravemente bombardata.I superstiti furono portati all’ospedale, assistiti nel chiosco della Basilica di San Lorenzo, alloggiati nelle scuole e molti andarono in casa di parenti. Mia madre morì il 25 luglio del 1943 (il giorno della caduta del fascismo) a causa delle ferite riportate dal bombardamento e a mio cognato fu amputata un gamba sempre a causa delle ferite riportate dal bombardamento. Questo è quello che mi ricordo di quel tragico giorno ma mi dissero che i quadrimotori americani (chiamate fortezze volanti) bombardarono per circa un’ora causando centinaia di morti e colpendo un rifugio antiaereo.Si dice che fu bombardato San Lorenzo per colpire lo scalo delle ferrovie con lo smistamento al sud e al nord.Quello stesso pomeriggio papa Pacelli si recò sul posto per esprimere la sua solidarietà alle vittime del bombardamento.