Alle fronde dei salici
di Salvatore Quasimodo
Come potevamo noi cantare Con il piede straniero sopra il cuore Tra i morti abbandonati nelle piazze Sullerba dura di ghiaccio, al lamento Dagnello dei fanciulli, allurlo nero Della madre che andava incontro al figlio Crocifisso sul palo del telegrafo ? Alle fronde dei salici per voto Anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento.
Milano, agosto 1943 di Salvatore Quasimodo
Invano cerchi fra la polvere, povera mano, la città è morta. E morta: sè udito lultimo rombo sul cuore del Naviglio. E lusignolo è caduto dallantenna, alta sul convento, dove cantava prima del tramonto. Non scavate pozzi nel cortile: i vivi non hanno più sete. Non toccate i morti, così rossi, così gonfi: lasciateli nella terra delle loro case: la città è morta, è morta.
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Breviario tedesco
di Bertolt Brecht
Quando chi sta in alto parla di pace La gente comune sa Che ci sarà la guerra. Quando chi sta in alto maledice la guerra Le cartoline precetto sono già compilate. Quelli che stanno in alto Si sono riuniti in una stanza Uomo che sei per la via Lascia ogni speranza. I governi Firmano patti di non aggressione. Piccolo uomo, firma il tuo testamento. Sul muro cera scritto col gesso: vogliono la guerra. Chi lha scritto è già caduto.
Uomo del mio tempo di Salvatore Quasimodo
Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, - tho visto- dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. Tho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno quando il fratello disse allaltro fratello: è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore. |