L’impianto di rigenerazione delle rotaie di Pontassieve

 

L’impianto di rigenerazione delle rotaie fu costruito del 1868 dalla "Direzione Generale delle Strade Ferrate Romane" a Pontassieve, più precisamente in località I Veroni. È stato poi ristrutturato tra il 1982 – 84, rientrando in funzione nell’anno di termine dei lavori.Il parco e le aree di stivaggio

Dalla scuola si possono riconoscere gli edifici che ospitano le varie unità di lavorazione, tra le quali il reparto bonifica, il reparto saldatura e quello di cernita. Gli architetti che li progettarono tennero ben presente l’impatto che avrebbe avuto, perciò il "cantiere" ha un aspetto ben proporzionato, con un’oculata gestione degli spazi e strutture che potessero utilizzare al meglio il posto disponibile. Il risultato è un complesso occupante 48000 mq, dei quali 5300 occupati dai fabbricati industriali e 1100 dagli Uffici, dai Servizi Tecnici e Sociali.

Il processo di rigenerazione inizia con l’immagazzinamento delle rotaie nella stiva, da cui saranno poi prelevate tramite grues, convogliatori e rullivie. La prima fase consiste nell’asportare le vecchie saldature alluminotermiche che congiungono i binari; si procede poi con il controllo ed il riallineamento degli stessi, eliminando le parti alterate metallurgicamente o geometricamente. Quindi, con la riprofilatura, si ripristina l’aspetto originario del "fungo", ovvero della parte di rotaia a contatto con le ruote dei treni, togliendo metallo dalle zone dove la deformazione è meno accentuata e inserendolo dove ce n’è più bisogno; la sezione usurata, sia laterale che verticale, viene poi segnalata. I metodi di riprofilatura della sezione sono due: a "Fila alta" ed a "Fila bassa".

Profili d'usura delle rotaieSuccessivamente, le rotaie vengono accatastate secondo la lunghezza e depositate in un ampio prefabbricato. Esse vengono poi unite tramite saldatura a scintillìo fino a formare lunghi pezzi da 36 metri . Eventualmente, i binari possono essere trattati termicamente per una maggiore durezza superficiale; finita quest’ultima fase, sono pronti per essere spediti alle località d’impiego.

Si calcola che si rigenerino 500 Km di rotaie l’anno, coprendo quasi l’intero fabbisogno nazionale; i costi del complesso variano secondo la quantità di binari da rigenerare e si aggirano intorno ai 4 miliardi di lire l’anno.

 

 

 

Cenni storici sulla Strada Tosco-Romagnola

La Via Aretina, cioè la Strada Statale n. 67, è probabilmente di origine romana. Dopo essere caduta in disuso durante il Medioevo, fu in parte resa carrozzabile soltanto nel periodo leopoldiano (fine del XVIII secolo): allora era conosciuta come "Strada Maestra Fiorentina" e, come oggi, era un importante nodo viario che metteva in comunicazione la Romagna ed il Casentino con Firenze, passando per Pontassieve (che sembra sia nata grazie alla presenza del ponte sulla Sieve, molto importante per via della scarsità di altri punti di guado sul fiume).

 

 

D1: Bibliografia: F. Martelli "La Comunità di Pontassieve e i suoi Lanaioli – Aspetti di vita economica dal XVI al XVIII secolo." Sansoni Editore, Firenze, 1983.

Paolo Cassigoli, Leonardo Ciofi, Alessandro Materassi, Luca Provenzani