IL MONASTERO DI ROSANO
Fondata nel 780 da un certo Ursone labbazia di Santa Maria di Rosano, che sorge sulla riva sinistra dellArno, accoglie un ordine di suore di clausura, benedettino fin dai tempi della sua origine, quando la regola di San Benedetto era molto diffusa per opera di Carlo Magno. Nei primi secoli della sua storia, subì linfluenza negativa delle grandi famiglie di Toscana, come ad esempio i Conti Guidi, che riuscirono a trascinare Rosano nelle lotte fiorentine che culminarono con il saccheggio di questultimo nel 1143. Nel 1147 i Guidi restaurarono il monastero e sempre in questo secolo la Badessa Berta fece ampliare la chiesa e costruire il campanile (fig. 1).
Questo in stile romanico, costruito con rudi pietre e reso leggero da una serie di monofore, bifore e trifore, domina il cortile antistante la chiesa anche questa in stile romanico.
Il grande crocifisso che sovrasta laltare maggiore risale al XII secolo, ed e stato realizzato dal maestro di Vico lAbate.
Il Cristo ha unespressione sofferente ma dolcissima ed ai lati del corpo sono raffigurati episodi della passione e della resurrezione. Della stessa epoca e limmagine detta la madonna dei miracoli (Fig. 2): si tratta di un dipinto a tempera su tavola che raffigura la Madonna col bambino in braccio e la mano destra in atto di benedire.
Verso la fine del 1100, secondo luso del tempo il monastero inizio ad aprirsi ai pellegrini in viaggio verso Roma assumendo la funzione di foresteria. Nel 1301 ripresero le lotte fiorentine e la comunità fu duramente messa alla prova dalle truppe inviate dal Papa a Firenze. Il monastero fu più volte saccheggiato e le monache furono costrette a rifugiarsi a Firenze. Dopo due anni le monache tornarono a Rosano e nonostante le lotte continuassero decisero di non abbandonarlo più. Nel quattordicesimo secolo le monache, come ringraziamento alla Madonna, fecero dipingere una mirabile Annunciazione, ancora oggi visibile nella cappellina alla base del campanile. E una tavola cuspidata dipinta a tempera su fondo oro, e realizzata da Jacopo da Cione. Al 1400 risalgono opere di eccezionale valore artistico: il Fonte Battesimale in pietra serena con rosoni e una grande Croce scolpiti a bassorilievo sulle facce laterali (1423), ed un prezioso Trittico dipinto a tempera su tavola la cui scena centrale rappresenta lAnnunciazione, San Lorenzo e San Benedetto nella parte sinistra e in quella destra Giovanni Battista e Nicola da Bari; nelle tre cuspidi sono dipinti il poeta Isaia, Dio Padre e il poeta Daniele. Un particolare iconografico piuttosto raro è lapparizione tra le nuvole di Gesù Bambino sopra la testa dellAngelo (1430).
Nel sedicesimo secolo furono fatti colossali lavori di ampliamento, e fu costruita lAbside Rinascimentale, a scapito di quella Romana che subì un taglio. Fu costruito il Chiostro Michelozziano, dove hanno sede il refettorio, le cucine, il pozzo e le grandi sale del pianterreno.
Al piano superiore corre il caratteristico corridoio a finestre quadrate, sovrastato da una loggia retta da colonne di pietra e travi di legno, e dagli antichi dormitori con tipici finestroni a croce guelfa dove oggi ci sono le celle della comunità.
Alla fine del diciottesimo secolo giunse anche a Rosano il Barocco decadente che rovinò lincanto romanico della Chiesa e che fece perdere al Monastero la sua linea originale che ritroverà solo nel 1965 con lavori di restauro
Nel 1810 durante la bufera Napoleonica, il Monastero con tutti i suoi beni fu messo allasta e le suore costrette a ritornare in famiglia. Ma le più coraggiose rimasero nella Foresteria del Monastero.
Nel 1814, dopo la disfatta di Napoleone, le monache ripresero tutte la vita monastica. Nel 1866 però il Regio governo Italiano stroncò la rinascita di Rosano e nuovamente tutti i suoi beni furono messi allasta, le monache però grazie a dei prestanome fidati riuscirono ad avere quasi tutto e negli anni dal 946 al 1964 riuscirono a riavere anche la Chiesa che era rimasta ancora in mano allo Stato.
Nel 1887 ci fu un violento terremoto che lesionò gravemente ledificio e nessuno fece niente per aiutare le monache nelle riparazioni. Nel 1942 però, arrivò la Madre Maria Ildegarde Cabitza, che guidò la comunità fino al 1959, e la riportò alla più autentica spiritualità Benedettina.
Il Monastero fu danneggiato anche dai bombardamenti della II guerra mondiale e dallalluvione del 1967 e tuttora persistono i lavori di restauro.
da "Abbazia S. Maria di Rosano" a cura delle Benedettine di Rosano