Fontana di Piazza del Popolo
Al tempo in cui s' intraprese la costruzione della fontana, Piazza del Popolo presentava ancora un aspetto medievale, ormai non più al passo con i tentativi di ammodernamento edilizio ed urbanistico della città iniziati già da Sisto IV, ma che soprattutto con Paolo III si erano andati realizzando. Qui infatti l' acuto consigliere Steuco aveva indicato il centro propulsore sia urbano che extraurbano per la futura espansione e le fortune della città, non solo mediante la conduzione dell' acqua e la costruzione di una fontana tra la porta e la dirittura del Corso, ma soprattutto mediante la creazione del porto sul suo versante occidentale. Si può essere certi che il modello appartiene a messer Jacopino e nell' atto notarile dell' 8 Aprile 1562 si dava l'incarico assai dettagliato allo scalpellino francese Giovanni Leminard. Bisogna ricordare che la fontana di cui stiamo parlando non sta più al suo posto originario da circa 150 anni, da quando cioè il Valadier dette l' attuale assetto alla Piazza del Popolo, sistemando sotto l'obelisco le quattro fontane con altrettanti leoni. Terminata in gran fretta anche per dimostrare l'efficienza e la validità delle condutture in terracotta contro quelle in pietra già imposte dai cardinali, è probabile che questa fontana non giovasse molto all' ornato di una piazza proprio all'ingresso più importante della città. Forse anche per queste ragioni, quando ormai si stavano costruendo altre fontane, nel ' 75 il della Porta incaricava quattro scultori di fare quattro statue di tritoni. Se nonché, le quattro belle sculture alla fine dovettero apparire troppo grandi ed ingombranti nella vasca del Leminard, attorno al balaustro e sovrastate dal catino: per cui, lasciate in sospeso, l' anno seguente trovarono migliore sistemazione in una vasca più preziosa ed assai più fantasiosamente articolata, costruita nel lato meridionale di piazza Navona. La piazza del Popolo, pertanto, rimase con la fontana nelle sue modeste strutture iniziali; quando poi nel 1589, al tempo di Sisto V, Domenico Fontana trascinò qui il clamoroso obelisco del Circo Massimo. Dopo la provvisoria rimozione dovuta all' innalzamento dell' obelisco, la fontana fu ricostruita ai piedi di questo dalla parte rivolta al Corso e perciò semi nascosta rispetto al punto di vista più importante, cioè dalla porta del Popolo. Nella radicale trasformazione di questa Piazza che Giuseppe Valadier realizzò, tenne presente l' antica proposta Sistina: infatti, mentre la fontana veniva smantellata, i quattro angoli del largo basamento creato artificialmente per dare maggiore spicco all' obelisco, venivano ornati con quattro leoni marmorei che gettano un velo d' acqua nelle rispettive conche sottostanti. Inoltre, nei due emicicli costruiti lungo i lati orientale e occidentale della piazza, il Valadier disponeva due fontane: entrambe costituite da una larghissima vasca di travertino, semicircolare, sovrastata da una grande conchiglia di pietra tiburtina, al di sopra della quale una piccola tazza raccoglie l'acqua che esce dall'apertura della parete. Ognuna delle due fontane è coronata da un gruppo, disegnato dal Valadier e scolpito da Giovanni Ceccarini raffiguranti, quello verso il Pincio, una massiccia Roma stante, armata di tutto punto, fiancheggiata da due statue di fiumi, il Tevere e l' Aniene; l' altro, rappresenta un Nettuno, ai cui piedi si agitano due tritoni in lotta o appoggiati a delfini. Sullo sfondo dell' emiciclo orientale, si innalza la terrazza del Pincio, entro le cui sostruzioni arcuate sprizzano grandi zampilli d' acqua i quali, a dir la verità, dal basso della piazza non producono l' effetto che si voleva.