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LE LEGGI QUANDO
STUDIAVANO
I NOSTRI GENITORI
La scuola di massa
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Nonostante la riforma Gentile avesse
esteso l'obbligo scolastico sino al quattordicesimo anno d'etā, durante il Ventennio
fascista solo una minoranza di ragazzi frequentava la scuola secondaria inferiore.
Con la Costituzione della Repubblica Italiana nel 1948 per la
prima volta si afferma il diritto allo studio.
L'art.3 afferma: "E' compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale che [...] impediscono il pieno sviluppo della
persona umana [...]"
L'art.33 afferma: "La Repubblica detta le norme generali
sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi [...] E'
prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la
conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale".
L'art.34 afferma: "La scuola č aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni č obbligatoria e gratuita. I
capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi pių
alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio[...],
che devono essere attribuite per concorso".
Negli anni del dopoguerra la vita sociale cambia profondamente: il "miracolo
economico" trasforma il nostro paese agricolo-industriale in uno prevalentemente
industriale. Da una parte sale la richiesta di diplomati e laureati per particolari
funzioni di concetto, dall'altra milioni di contadini lasciano le campagne e milioni di
abitanti del Mezzogiorno si trasferiscono al Nord.
Nel 1962 si ha una prima riforma dei programmi della scuola
elementare e, con l'abolizione dell'esame di ammissione, viene istituita la
scuola media unica, rigorosamente unica per tutti i ragazzi dagli undici ai
quattordici anni, che introduce un cambiamento di portata rivoluzionaria
dal punto di vista sociale.
L'accesso agli studi o il proseguimento č comunque ancora ostacolato dalle condizioni
economiche e culturali dei genitori, sarā solo il miglioramento complessivo del livello
di vita della popolazione a favorire l'aumento della scolarizzazione. Tuttavia nella
seconda metā del Novecento si registrano due fenomeni indubbiamente positivi: il calo
drastico dell'analfabetismo e l'aumento significativo di persone con titolo di studio
superiore.
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