Cereali e civiltà

La scoperta dei cereali contribuì nel Pleistocene a rendere più facile la vita e a creare una certa sicurezza fisica e morale.

Aumentarono le nascite , diminuì la mortalità infantile e ci si poté permettere di tenere con sé gli anziani e i malati. E' possibile che i rapporti di forza tra uomini e donne, giovani e vecchi diventassero più sfumati, mentre la presenza degli anziani in una società è molto importante, implicando le nozioni di memoria, tradizione, esperienza, radici culturali.

E non senza motivo che la Cultura con l'iniziale maiuscola, quella di interi popoli, e la coltivazioni delle piante derivino dalla stessa parola.

Alcuni hanno a lungo ritenuto che le donne, addette alla raccolta dei vegetali abbiano notato come il seme proveniente da spighe non aperte desse, a seguito di nuove semine, un cereale più resistente. A partire da quel momento, cominciarono a delinearsi i culti delle dee madri tutelari dei raccolti e delle messi, ormai posti sotto il segno della femminilità feconda. In tali culti si può scorgere sia il ricordo di antiche raccoglitrici, sia un evidente rapporto con il simbolismo generale della donna: le analogie fra il "grembo" della terra e quello materno, o tra la permanenza ciclica della vegetazione e la fisiologia femminile si sono senz'altro affacciate alla mente dei primi agricoltori, tanto più che il grano seminato in autunno richiede nove mesi prima di essere raccolto in estate.